Articoli

Tutto sul nostro settore


Pancia gonfia, stipsi o colite, rinite, orticaria e dermatite, sembra ormai essere la regola in questo periodo dell’anno.
Sono sintomi da ricondurre a reazioni allergiche, o a intolleranze alimentari caratteristiche di questa stagione.
Spesso gli esami specifici per la ricerca della allergie tradizionali non danno una risposta.

E se si trattasse di reazioni allergiche ritardate causate da intolleranze alimentari?
Spesso sono dovute ad accumulo di sostanze liberatrici di istamina o contenenti istamina ( sostanza che crea i sintomi delle allergie). I sintomi e le reazioni sono sovrapponibili nei due casi, ma la diagnosi si basa su test diversi.

Un prelievo di sangue per eseguire il test ALCAT®, ci aiuterà a scoprire quali alimenti o conservanti alimentari sono causa di reazioni infiammatorie da cibo, che causano reazioni istaminiche con i relativi sintomi.
Una volta individuato il gruppo di alimenti, il medico o biologo specialista in alimentazione ed esperto di gestione delle intolleranze alimentari, sarà in grado di consigliare un programma alimentare adeguato, con esclusione in una prima fase degli alimenti risultati positivi al test, seguita da una seconda fase di reintroduzione degli alimenti esclusi a rotazione, in modo da non sovraccaricare l’organismo di istamina.

I benefici di un programma alimentare ad esclusione degli alimenti reattivi e successiva reintroduzione, sono molti, inizialmente si perdono liquidi in eccesso, poi si verifica un moderato calo di peso, migliora la reattività globale dell’organismo ritrovando l’energia persa, ma soprattutto si ha un miglioramento complessivo dei sintomi allergici.
Sotto la guida esperta di un medico o biologo nutrizionista è possibile proseguire il programma alimentare anche oltre il periodo delle allergie, per mantenere i benefici ottenuti in precedenza.

Guarire dalle intolleranze alimentari è possibile seguendo un programma nutrizionale adeguato e specifico per le proprie esigenze e problematiche allergiche o da intolleranze.

Per ricevere maggiori informazioni:
segreteria@imgep.com
Tel. 02 5830 0376


August 17, 2015 Newsletter

Per molti anni il glutine è stato correlato sul piano patologico in particolare ad una sola malattia, denominata malattia celiaca, caratterizzata da sintomi addominali quali meteorismo, diarrea, flatulenza, distensione addominale, ma anche extraintestinali, quali calo di peso, anemia, alopecia ed associata a tiroiditi, diabete, malattie autoimmuni. Pertanto, in assenza di una chiara diagnosi di malattia celiaca, che si esegue attraverso la determinazione nel siero della presenza degli anticorpi anti-transglutaminasi tissutale e la dimostrazione di una alterata morfologia dei villi intestinali, non era necessario proibire il consumo di prodotti alimentari privi di glutine.

Tuttavia, sembra che le cose non stiano proprio in questi termini, in quanto negli ultimi anni è stata segnalata la possibilità che anche soggetti non affetti da malattia celiaca possano subire effetti tossici dal glutine. In poche parole, una vera e propria intolleranza al glutine, diversa dalla Malattia Celiaca, verosimilmente definibile più correttamente “ipersensibilità al glutine” o Gluten Sensitivity (GS), come è chiamata dagli anglosassoni.

Malattia Celiaca e Gluten Sensitivity non solo sono diverse sul piano genetico, ma anche relativamente al coinvolgimento del sistema immunitario. In particolare, al contrario della malattia celiaca, la Gluten Sensitivity non si associa a lesioni intestinali, non stimola reazioni abnormi del sistema immunitario, non si associa ad alterazioni rilevabili degli altri organi.

Che la gliadina contenesse una porzione potenzialmente tossica nella sua molecola è un punto noto da diverso tempo. Tuttavia, la maggior parte delle persone presenta una tolleranza nei confronti di tale proteina, attraverso un meccanismo di protezione che previene l’attivazione del sistema immunitario e mette al riparo le cellule intestinali, e quindi i villi. Il paziente con malattia celiaca, invece, reagisce nei confronti della gliadina attivando il sistema immunitario, non essendo in grado di tollerarla e, quindi, sviluppa le lesioni intestinali tipiche ed i sintomi di questa malattia.

In soggetti con gluten sensitivity sono state rilevate alcune alterazioni quali un leggero aumento dei linfociti intraepiteliali (di severità marcatamente inferiore rispetto ai celiaci) ma in assenza delle alterazioni dei villi, che appaiono assolutamente normali; in alcuni risultano positivi gli anticorpi anti-gliadina di classe IgG, ma risultano negativi altri markers sierologici di malattia celiaca, quali gli anticorpi anti-transglutaminasi e gli anticorpi anti-endomisio.

Il quadro clinico di questa condizione è estremamente variegato, potendo spaziare da sintomi addominali, quali meteorismo con distensione addominale, alterazioni dell’alvo, ad esempio  diarrea, calo di peso, dolori addominali sia crampiformi che subcontinui, associati a sintomi extraintestinali, quali cefalea, difficoltà alla concentrazione, stanchezza, irritabilità. Il quadro clinico di tale condizione spesso si confonde con quello della sindrome dell’intestino irritabile, con la quale condivide alcuni aspetti caratteristici della attività motoria intestinale.

Articolo scritto dal Prof. Di Stefano,OLYMPUS DIGITAL CAMERA Dirigente Medico presso la Clinica Medica 1 della Fondazione IRCCS Policlinico “S.Matteo” di Pavia. I principali interessi di ricerca sono rappresentati dagli aspetti clinici, fisiopatologici e terapeutici dei disordini funzionali dell’apparato gastrointestinale, in particolare la sindrome dell’intestino irritabile, la dispepsia funzionale, la malattia da reflusso gastroesofageo; delle sindromi da malassorbimento intestinale, in particolare la malattia celiaca, il morbo di Whipple e l’intolleranza al lattosio e le loro complicanze sistemiche, quali l’osteoporosi. Ha svolto un periodo di formazione all’estero presso il Centre for Gastroenterological Research dell’Università di Leuven, diretto dal prof. Jan Tack, occupandosi dello studio della motilità tonica e fasica dell’apparato gastrointestinale e dei meccanismi di regolazione. E’ reviewer delle principali riviste di gastroenterologia. L’attività scientifica ha prodotto numerose pubblicazioni su riviste internazionali raggiungendo un Impact Factor cumulativo di 300

Il prof. Di Stefano collabora con il nostro Istituto di Medicina Biologica

 


Copyright by IMBIO 2017. All rights reserved.