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La riflessologia plantare applicata ai bambini può essere un ottimo strumento per ridurre piccoli grandi disturbi quotidiani dei più piccoli

L’accezione odierna della riflessologia deriva dagli studi del medico statunitense W. H. Fitzgerald (1872-1942), il primo a definirla terapia zonale. Fitzgerald suddivise il corpo umano con 10 linee verticali partendo dal capo e arrivando alle estremità mani e piedi. Tutte le linee attraversano organi e apparati che si riflettono poi sul palmo della mano e del piede.

Le mani hanno le stesse zone riflessogene dei piedi, ma negli anni sono andate incontro a una riduzione della capacità propriocettiva; si possono massaggiare qualora non sia possibile l’intervento sui piedi, sui quali invece si preferisce lavorare in quanto zone maggiormente sensibili e recettivi, qui infatti risiedono i punti che agiscono di riflesso in corrispondenza di tutte le ghiandole, gli organi e differenti parti del corpo.

Con la digitopressione di tali punti si agisce quindi sugli organi corrispondenti a livello nervoso, circolatorio, linfatico ed energetico, ristabilendo l’equilibrio all’interno del corpo dei nostri bambini, un po’come nell’agopuntura, che agisce a distanza sugli organi attraverso la stimolazione di punti specifici, ma molto meno doloroso.

Come funziona la riflessologia plantare sui bambini?

Sono numerose le teorie che illustrano i meccanismi che governano l’efficacia della riflessologia plantare nel mondo del bambino.

La modalità più frequentemente utilizzata nell’ambito della seduta di riflessologia plantare è quella del movimento del “dito a bruco”.

La pressione esercitata sulle varie zone riflesse, invia un messaggio al centro della sede del dolore (localizzato a livello dell’intestino tenue), che a sua volta invierà un messaggio al cervello, stimolandolo ad intervenire sui vari organi di riferimento ripristinando l’equilibrio generale dei vari organi interessati. Il bambino avrà un grande sollievo e così pure notti serene per i genitori.

Quali sono i benefici della riflessologia per i bambini?

La riflessologia è di aiuto in diverse situazioni: da problematiche come la stipsi o le coliche gassose, fatica all’addormentamento a patologie più strutturate come la contrazione e “l’argento vivo addosso” molto spesso chiamato già con il termine di iperattività – ADHD. La reflessologia è di supporto anche in situazioni come il torcicollo miogeno, il piede torto e traumi articolari.

I punti riflessi sono paragonabili agli interruttori della luce mentre gli organi hanno la funzione di accumulatori di energia, spiega la dott.ssa Licia Lavigna, omeopata-neuropsichiatra infantile presso lo studio IMBIO di Milano. Questa interazione permette di riattivare la circolazione elettrica del nostro organismo e in base alle differenti frequenze elettrolitiche sarà gradualmente eliminata l’anidride carbonica dal corpo e questo aiuta i bimbi a sonni più tranquilli.

A chi rivolgersi per la riflessologia plantare dei bambini?

Il professionista che pratica trattamenti di riflessologia plantare sui bambini e sugli adulti, deve per legge aver completato un ciclo di studio specialistico, che può variare da 2 a 3 anni e che deve essere conseguito presso una scuola riconosciuta, che fornisca un diploma di qualifica professionale da mostrare in caso venga richiesto dai pazienti.

I risultati non mancheranno, la riflessologia plantare per i bambini è un alleato fondamentale per la buona crescita dei nostri figli e soprattutto la digitopressione favorirà una migliore postura dei piedi dei nostri cari bambini. La costanza di sottoporsi ai trattamenti è un requisito importante che assicura il raggiungimento di ottimi risultati.

Solitamente i bambini rispondono molto bene e rapidamente alle sedute, riducendo notevolmente il numero di trattamenti rispetto ad un adulto, assicura la dott.ssa Licia Lavigna dopo 24 anni di esperienza sul campo.

Come sperimentare la riflessologia sui bambini?

Consigliamo di affidarsi a un terapeuta per una prima seduta, che può mostrarvi quali sono i punti più benefici per vostro figlio/a.

Lasciamoli liberi di correre o camminare a piedi scalzi sull’erba o sulla sabbia. Compriamo loro scarpe non strette, non di moda ma semplici. Il contatto con il suolo è un inconsapevole auto-massaggio che riattiva la circolazione e il flusso delle correnti di energia.

Il benessere dei nostri figli passa anche dall’essere liberi di muoversi e di correre.

Contattaci per info e prenotazioni di riflessologia plantare

 

Dott.ssa Licia Lavigna
Omeopata-neuropsichiatra infantile

Ivano Lualdi
Riflessologo, massofisioterapista

Riferimenti: RIflessologia plantare, bambini
Redattore: Dott.ssa Licia Lavigna


I probiotici non sono tutti uguali: cosa sono, quali scegliere e quando utilizzarli?

I probiotici sono batteri che popolano il nostro intestino e insieme ad altri microrganismi fanno parte del microbiota, un importantissimo sistema di difesa del nostro organismo. Un microbiota intestinale alterato, infatti, da origine ad una serie di disturbi più o meno gravi ed è quando questi disturbi si fanno sentire che solitamente sentiamo parlare di “cura probiotica”.

I probiotici sono utili contro diarrea, stipsi, intolleranze alimentari o problemi dermatologici e questa varietà di utilizzi fa intuire quanto possano essere diversi l’uno dall’altro. La scelta del probiotico deriva dai batteri che abbiamo nel nostro intestino che vengono determinati dalla nascita, dall’allattamento (attraverso cui la madre trasmette i propri microrganismi al figlio) e dallo stile di vita.

Probiotici e prebiotici sono la stessa cosa? No. La Dott.ssa Giulia Temponi, biologo nutrizionista in IMBIO, ci spiega quali sono le differenze e quando è consigliabile andare ad integrarli.

Probiotici e prebiotici: quali sono le differenze?

Spesso quando si parla di probiotici si fa confusione con i prebiotici, che però sono cosa ben diversa.

Come indica la parola stessa probiotico deriva dal greco ‘pro’ (a favore) e ‘bios’ (della vita), mentre il termine prebiotico indica qualcosa che viene prima. I prebiotici favoriscono la crescita dei probiotici svolgendo un’azione complementare. Li troviamo nelle fibre alimentari, in particolare:

  • nell’inulina, di cui sono ricchi alimenti come carote, carciofi, cicoria, agave, barbabietola, aglio e banane
  • nei fruttoligosaccaridi
  • nelle fibre lattogeniche

I probiotici sono batteri fisiologici, già presenti naturalmente nel nostro intestino crasso.
Stress, una dieta poco equilibrata, intolleranze alimentari o terapie antibiotiche possono alterare la nostra flora intestinale e diminuire la quantità di probiotici nel nostro intestino. In questi casi è consigliato integrarli con prodotti in grado di favorire la proliferazione di questi ceppi batterici.

Quali sono le famiglie di probiotici?

Con il termine probiotici si fa riferimento a diversi ceppi batterici “buoni” già naturalmente presenti nel nostro intestino. Sono i batteri coinvolti nella fermentazione lattica (“fermenti lattici”) e quelli normalmente presenti nella flora batterica intestinale (genere Bifidobacterium).
Ai probiotici viene attribuito un potenziale effetto di protezione per l’organismo e la loro presenza e quantità può cambiare in base a condizioni particolari che stiamo vivendo.

Nel nostro intestino possiamo trovare diversi batteri:

  • batteri patogeni
  • batteri potenzialmente patogeni
  • batteri benefici

Quando questi sono in una condizione di squilibrio si parla di disbiosi intestinale. I batteri benefici, nello specifico, si suddividono in tre gruppi: bifidobacteria (bifidobatteri), lactobacilli ed eubacteria (eubatteri).

A cosa servono i probiotici?

I probiotici hanno molteplici effetti positivi sul nostro organismo. La loro presenza nell’intestino migliora la qualità della nostra flora intestinale e influisce positivamente sul nostro sistema immunitario.
I probiotici sono in grado di riequilibrare la flora batterica in caso di disbiosi e soprattutto dopo una terapia antibiotica o farmaceutiche. Sembrano giocare un ruolo nella diminuzione dei livelli di colesterolo nel sangue e migliorano i sintomi delle intolleranze alimentari (diarrea, pancia gonfia, stipsi, dermatite, etc…) oltre ad essere di aiuto in caso di diverticolite, sindrome del colon irritabile e infezioni alle vie urinarie (cistite e candida).

In caso di disbiosi un’integrazione probiotica adeguata può aiutare a ripristinare lo stato di equilibrio.

Come scegliere il probiotico giusto?

Bisogna saper dunque scegliere il probiotico giusto, quello adatto a noi in quel determinato momento della vita.

Se soffri di allergie o intolleranze alimentari è necessario scegliere i probiotici specifici. In questi casi consiglio di effettuare un test genetico del microbiota, che può essere di aiuto nella scelta del probiotico più adeguato, suggerisce la Dott.ssa Giulia Temponi.

Se il problema è la frequenza e la consistenza delle evacuazioni, ci sono diversi probiotici. Ad esempio per la diarrea, la scelta si basa sul fatto che questa sia causata dall’uso di antibiotici, da un virus o da altre cause; mentre in caso di stipsi solitamente il consiglio è di assumere bidifobatteri, perché i lactobacilli hanno tendenzialmente un potere astringente.

Se una persona ha la candida, che si nutre di lieviti e zuccheri, sarà importante evitare che gli integratori contengano lieviti, mentre si privilegeranno i lactobacilli acidofili. Attenzione in questo caso al kefir, se lo assumete controllate che negli ingredienti non siano presenti lieviti aggiunti.

In caso di terapia antibiotica il consiglio è di abbinarvi una terapia probiotica con tutti e tre i ceppi, perché l’antibiotio va a distruggere la flora batterica senza distinzioni. Il consumo di alimenti che contengono naturalmente probiotici come lo yogurt o il kefir, in questi casi non è sufficiente perché contengono un solo ceppo probiotico.

Quanto deve durare una terapia probiotica?

Affinché la terapia probiotica sia efficace deve durare almeno 3-4 settimane.
Salvo diverse indicazioni i probiotici andrebbero presi prima dei pasti, sia in capsule che in bustina.

L’assunzione di probiotici di solito viene tollerata dalla maggior parte delle persone, senza particolari controindicazioni. L’importante è individuare la formulazione giusta per il tuo intestino in quel particolare momento della vita.

Dott.ssa Giulia Temponi
Biologo nutrizionista

Riferimenti: Probiotici, Prebiotici, Intestino
Redattore: Dott.ssa Giulia Temponi


La dieta genetica per mangiare bene e prevenire l’insorgenza di infiammazione.

Il nostro DNA ci può dare tantissime informazioni preziose. Conoscere queste informazioni è uno strumento di analisi e prevenzione davvero unico.

Con il test genetico GENE & DIET® analizziamo con un metodo non invasivo (è un test su saliva che si può fare comodamente da casa) alcuni geni legati al metabolismo. Il Dott. Alessio Tosatto, biologo nutrizionista in Imbio, ci spiega in modo molto semplice la relazione che ha il nostro DNA con l’alimentazione e come possiamo utilizzare queste informazioni per migliorare il nostro stato di forma, prevenire l’insorgenza di infiammazione e di malattie cardiovascolari. 

Il nostro DNA influenza la risposta agli alimenti che mangiamo?

Vi è mai capitato di domandarvi perché alcune persone hanno una determinata corporatura? La risposta può essere scritta nel nostro DNA e nello stile di vita che adottiamo.

Ad esempio nelle donne la rinomata conformazione “a pera”, quindi di tipo ginoide, piuttosto che la capacità di alcuni individui di metabolizzare grassi e zuccheri con estrema facilità o ancora quella di altri ad “ingrassare” velocemente e solo in determinate zone è causata dalla risposta genetica ai diversi fattori ambientali.

Il fenotipo, ovvero l’insieme di caratteristiche visibili di un individuo, è il risultato dell’interazione tra i nostri geni e i fattori esterni. Questo significa che il nostro patrimonio genetico, ovvero il genotipo, determina solo in parte quello che siamo e i fattori ambientali possono avere una maggiore o minore influenza a seconda dei casi. Genotipi uguali possono, se sottoposti all’azione di ambienti differenti, produrre diversi fenotipi o viceversa.

Tra i fattori esterni rientrano sicuramente l’alimentazione e lo stile di vita (esposizione al fumo, sedentarietà, etc.) oltre all’ambiente dove viviamo (fattori di inquinamento e igiene).
Alimentazione e stile di vita vanno ad incidere sugli ormoni, che vanno a determinare oltre alla genetica quella che può essere una conformazione strutturale ed una determinata corporatura.

Oggi, mediante un semplice prelievo salivare, è possibile valutare la propria predisposizione a diverse problematiche e capire come l’alimentazione possa incidere su di esse, in una sola parola: fare prevenzione.

Il rischio genetico verso una determinata patologia non comporta il reale sviluppo della patologia stessa; quando però al rischio genetico si associa un “rischio ambientale” le probabilità aumentano fortemente. Nella situazione opposta, un forte rischio ambientale può essere compensato da un profilo genetico protettivo.

Le caratteristiche genetiche individuali (rischio genetico) sono quindi importanti nel determinare la sensibilità ad un rischio ambientale. La grande differenza tra fattori di rischio genetici e ambientali è che i primi sono immodificabili, mentre i secondi possono essere modulati in base a scelte personali che coinvolgono lo stile di vita e le abitudini alimentari.

Alimentazione e genetica si influenzano a vicenda

La nutrigenomica è la scienza che studia il rapporto tra il genoma e la dieta. La nutrigenetica studia il modo in cui ognuno di noi (con un DNA unico e sempre diverso) reagisce alle molecole presenti nei cibi. Esse rappresentano le frontiere delle scienze dell’alimentazione e sono due materie che si sono sviluppate molto nel corso dell’ultimo decennio.

Il cibo e i geni si parlano in continuazione e influenzano con il loro dialogo molti aspetti della salute e della società. 
Tutti gli alimenti che portiamo a tavola contengono molecole che possono influenzare in modo diretto o indiretto l’espressione dei geni con conseguenze importanti sulla nostra salute, sia in positivo che in negativo.
È possibile migliorare il proprio stato di forma e di benessere attraverso una dieta personalizzata sulla base dei nostri geni.
Negli ultimi anni è emerso chiaramente come gli alimenti non servano soltanto come “carburante” per i processi metabolici (non si parla solo di calorie e nutrienti), ma agiscano anche regolando direttamente l’informazione scritta nel nostro DNA. Ad esempio, se un gene riesce a modificare la propria capacità di produrre determinate proteine (enzimi), magari coinvolte nei meccanismi che regolano la digestione, cambierà la nostra capacità di digerire alcuni nutrienti.
Il cibo non influenza solo i geni coinvolti nei processi digestivi, ma anche quelli coinvolti nei processi infiammatori.
Per questo è importante fare attenzione alla nostra dieta e al nostro stile di vita. Conoscere la reazione dei nostri geni a determinati alimenti ci fornisce uno strumento unico di prevenzione su tutta la linea, anche nei confronti di malattie come cancro, Alzheimer o diabete.

Se è vero che il cibo influenza il DNA, è altrettanto vero il contrario: ovvero che il nostro patrimonio genetico può determinare diverse risposte di fronte allo stesso alimento. Un esempio conclamato è il celiaco, colui che non riesce a digerire il glutine.

A partire da questa considerazione, il consiglio nutrizionale che segue il test GENE & DIET®, ha come obiettivo una dieta personalizzata che tiene conto del patrimonio genetico dell’individuo e non solo dei valori “standard” come peso, altezza, genere ed età.

Lo studio dei geni per ottimizzare l’alimentazione 

È ormai noto che le abitudini di vita hanno un effetto determinante sul buon funzionamento dell’organismo e sul benessere dell’individuo. Tra le abitudini di vita, quelle che esercitano il maggiore effetto sono quelle alimentari.
Una corretta alimentazione, infatti, fornisce le sostanze che permettono all’organismo di crescere e di funzionare in modo ottimale. La conoscenza della propria costituzione genetica rappresenta uno strumento innovativo in grado di orientare la scelta dello stile di vita e dell’alimentazione più corretti.
È un approccio innovativo che permette di ottimizzare l’alimentazione ottenendo i massimi benefici e riducendo i fattori negativi.
Partendo dalle differenze genetiche si riesce a delineare un piano nutrizionale personalizzato allo scopo di migliorare il proprio stato di forma e di salute e di prevenire o ritardare l’insorgenza di patologie correlate all’alimentazione.

Come funziona il test GENE & DIET®

Mediante il test  GENE & DIET® è possibile analizzare un insieme di geni coinvolti nel metabolismo, fornendo informazioni utili per determinare lo stile di vita migliore per quell’organismo.

L’esame, in particolare, permette di rilevare predisposizione per:

  • celiachia (sensibilità al glutine)
  • diabete di tipo 2 (metabolismo degli zuccheri)
  • alterazione metabolismo dei lipidi (tendenza a produrre più o meno grasso)
  • sensibilità all’alcool
  • difetti a livello di circolazione sanguigna (rischio cardiovascolare)
  • capacità di produrre infiammazione e di infiammarsi
  • intolleranza genetica al lattosio
  • metabolismo della vitamina D e glutatione (potente antiossidante)
  • deficit epatico nella gestione di sostanze chimiche

Attraverso l’esito è possibile quindi conoscere i punti deboli e i punti di forza dell’organismo e impostare una nutrizione personalizzata e preventiva, al fine di modulare l’impatto della propria genetica sul proprio essere.

Mediante il risultato del test si riesce a capire quali sono i parametri da tenere ed eventualmente le possibili integrazioni consigliabili per tenere il tutto sotto controllo.

Il test genetico non è invasivo e può essere effettuato anche a casa: si acquista un kit per il prelievo della saliva e si spedisce il campione in laboratorio.

Guarda la testimonianza di Andrea, il campione delle Spartan Race

I benefici della dieta genetica 

Risulta evidente quanto lo stile di vita sia un’arma potentissima, la migliore, per tenere l’organismo in stato perenne di energia e ovviamente salute. Affidarsi ad un piano nutrizionale personalizzato, basato sulla nostra genetica, porta innegabili benefici.

Oltre ad aiutare a migliorare il proprio stato di forma fisica, la dieta su base genetica consente di:

  • mantenere sotto controllo i livelli di glicemia
  • ridurre gli attacchi di fame
  • aumentare il senso di sazietà
  • rallentare i processi infiammatori
  • prevenire patologie come diabete, osteoporosi, infarto ed ictus

L’alimentazione è la principale componente ambientale con cui il nostro organismo interagisce. Le modalità con cui gli alimenti interagiscono con il nostro organismo dipendono fortemente dalle nostre caratteristiche genetiche.
L’alimentazione in base alla genetica può infatti costituire il miglior strumento di prevenzione e mantenimento dello stato di salute ottimale.

Contatta il Dott. Alessio Tosatto per una consulenza nutrizionale personalizzata

Dott. Alessio Tosatto

Biologo Nutrizionista

Riferimenti:  Nutrigenomica, Nutrigenetica, Alimentazione
Redattore: Dott. Alessio Tosatto


idrocolon terapia acqua pulizia intestino

Una pratica antica per liberarti e darti immediatamente una sensazione di benessere

Ventre gonfio, meteorismo, stitichezza, mancanza di vitalità e concentrazione o problemi della pelle (acne o psoriasi).

Se ti riconosci in uno di questi problemi, probabilmente hai tentato di risolverli con medicinali, creme o integrazione naturale senza ottenere risultati a lungo termine soddisfacenti.
Tutti questi sintomi spesso sono provocati da una condizione di intossicazione del nostro intestino, che non riesce a svolgere correttamente le sue funzioni, scatenando una reazione a catena in tutti i distretti del nostro organismo.

L’idrocolonterapia è il rimedio naturale che ti permette di ripulire l’intestino da tossine, rifiuti e batteri e ottenere, oltre ad un’immediata sensazione di benessere, moltissimi benefici inaspettati.

Cos’è l’idrocolonterapia? 

L’idrocolonterapia è una pratica antichissima, naturale ed indolore per pulire completamente l’intestino da tossine, rifiuti, muco e batteri che impediscono o disturbano la crescita della flora intestinale, fondamentale per regolare delicate funzioni essenziali del nostro organismo.

Questo metodo naturale consiste nell’introdurre acqua dolce filtrata all’interno del colon utilizzando uno speculum lubrificato collegato ad un sistema di scarico a circuito chiuso (quindi è totalmente inodore).
In termini più pratici l’operatore sistema dolcemente lo speculum, introduce acqua dolce nell’intestino e modula il flusso di acqua con il manipolo del macchinario, svuotando l’intestino di tutto il contenuto stagnante e garantendo sempre una perfetta igiene e comfort.

I benefici del trattamento sono straordinari e si percepiscono fin da subito.

Perché il mio intestino è intossicato? 

Alimentazione scorretta, alcool, sedentarietà, abuso di farmaci e stress possono essere le cause del malfunzionamento del nostro intestino. L’accumulo di depositi stagnanti e tossine possono alterare la nostra flora intestinale e dare origine alla disbiosi intestinale con una serie di disturbi come: 

  • Meteorismo
  • Stitichezza
  • Colite
  • Feci liquide o non formate
  • Gonfiore addominale
  • Infezioni ricorrenti
  • Cambiamenti d’umore
  • Spossatezza, cali di energia
  • Disturbi del sonno
  • Vaginiti o candida recidivante
  • Eruzioni cutanee

L’idrocolonterapia (lavaggio intestinale) è un valido alleato per prevenire o trattare questi disturbi.

Quando è consigliata l’idrocolonterapia?

L’igiene del colon garantisce il suo buon funzionamento e ne previene numerose patologie.

È una pratica consigliata a tutti, in particolare:

  • in presenza di una disbiosi intestinale
  • dopo un periodo con un’alimentazione particolarmente disordinata (dopo l’estate o dopo le festività)
  • a chi soffre di Candida e/o cistite
  • alle persone anziane, che hanno abusato di lassativi chimici creando una dipendenza da essi
  • per preparare il colon ad una sigmoidoscopia, una colonscopia in previsione di un intervento chirurgico
  • a tutti coloro che vogliono rinforzare il proprio sistema immunitario

Inoltre può essere utile per i pazienti che hanno subito un’anestesia generale, per ridurre i problemi di funzionamento dell’intestino dopo l’operazione.

Accresce l’efficacia di un trattamento effettuato per via rettale: insufflazione d’ozono, fitoterapia, apporto nutritivo ed è una buona misura complementare nel casi di cure disintossicanti, diete o digiuno.

I benefici straordinari della pulizia profonda dell’intestino

Gli effetti benefici, diretti e indiretti, dell’idrocolon terapia sono numerosi. Oltre al miglioramento dello stato generale ha effetti rilassanti e tonificanti e dona sensazioni di grande benessere:

  • gradevole sensazione di leggerezza
  • eliminazione del gonfiore addominale
  • aumento della tonicità addominale
  • stimolazione della peristalsi intestinale
  • migliore assimilazione dei nutrimenti e degli integratori
  • riduzione di infiammazioni locali
  • miglioramento dello stato della pelle
  • sensazione di benessere generale
  • potenziamento delle difese immunitarie
  • eliminazione dei parassiti e funghi (candida)
  • l’eliminazione dei parassiti.
  • tono dell’umore sollevato

Un intestino sano è il presupposto di un corpo sano.

Come mi preparo per l’idrocolonterapia?

La preparazione è un passaggio importante per ottenere i massimi benefici dalla terapia:

  1. Nei due giorni precedenti consigliamo di assumere 1 cucchiaino da tè di solfato di magnesio (o magnesia San Pellegrino) sciolto in un bicchiere d’acqua
  2. Nei due giorni precedenti la terapia non assumere: bevande gassatelatte e derivati, verdure cotte, peperoni e prodotti lievitati
  3. Bere almeno 2 litri di acqua oligominerale al giorno
  4. Essere a digiuno da almeno 2 ore prima della seduta

Come si esegue l’idrocolonterapia?

Durante il trattamento il paziente si posiziona sul dorso su un comodo lettino.
Attraverso una cannula pediatrica fornita di due canali (uno per l’entrata dell’acqua l’altra per il materiale in uscita), l’operatore regola con un sistema a pressione e temperatura controllata l’entrata e l’uscita dell’acqua nell’intestino.
Durante la seduta i parametri possono essere modificati allo scopo di ottenere un effetto migliore e personalizzato.

L’acqua e il contenuto intestinale vengono pilotati verso lo scarico all’interno di un circuito chiuso (che impedisce la fuoriuscita di odori), rimuovendo il contenuto stagnante e tossico presente.
Durante la terapia, l’operatore può intervenire massaggiando le parti dell’intestino dove è necessario far arrivare l’acqua e stimolare la peristalsi.

La durata del trattamento può variare in base alla necessità del paziente, da un minimo di 30 minuti a un massimo di 60. La frequenza delle sedute è individualizzata, a seconda dei casi, e rispetta i ritmi del paziente.

In linea generale si consiglia di combinare una serie da 3 a 6 trattamenti più o meno ravvicinati in base alle necessità. In seguito, come misura igienica preventiva, sono raccomandate una o due sedute nell’arco di un anno.

L’idrocolon terapia non dà assuefazione, come fanno invece i lassativi, anzi rafforza il tono muscolare del colon.
È controindicata in caso di gravidanza o in caso di una sospetta infiammazione dell’appendice.
Non può essere effettuata in presenza di patologie in fase emorragica, come ulcere sanguinanti ed emorroidi in fase attiva.

Per mantenere gli effetti benefici nel tempo, dopo la pulizia intestinale è sempre consigliato correggere l’alimentazione e praticare attività motoria (anche leggera). La vita sedentaria, per esempio, è nemica della buona funzionalità intestinale.

Il medico potrà inoltre consigliare una terapia probiotica mirata per il ripristino della flora intestinale.

Le migliori condizioni per assisterti 

Il nostro compito è quello di assisterti e farti sentire a tuo agio durante tutto il trattamento creando le condizioni migliori  per ottimizzare il risultato.

Puoi effettuare il trattamento presso il nostro centro medico di via Gallina 10 a Milano.
Contattaci per qualsiasi ulteriore informazione, siamo a tua disposizione!

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Contattaci per prenotare la tua seduta di idrocolonterapia

 

Riferimenti:  Idrocolonterapia, Rimedi naturali
Redattore: Imbio


September 23, 2021 Articoloterapie naturali

Dolore cervicale: quali sono le cause e come si previene questo disturbo?

Il dolore cervicale, conosciuto anche come cervicalgia, è un disturbo molto comune.

Le cause della cervicale possono essere molteplici e molto diverse tra loro, tra cui una serie comportamenti errati (come ad esempio la posizione che assumiamo quando siamo seduti davanti al computer o l’utilizzo di scarpe sbagliate) che possono essere modificati se il paziente ne è consapevole.

Ivano Lualdi, massofisioterapista e riflessologo plantare, ci spiega quali possono essere le cause dell’infiammazione cervicale e come combattere e prevenire questo disturbo.

Postura errata, vita sedentaria e cattive abitudini spesso sono la causa di cervicale

Processi degenerativi della colonna vertebrale

Tra le cause più comuni del dolore cervicale troviamo alterazioni muscolo-scheletriche, come le contratture muscolari, la degenerazione dei dischi tra le vertebre o l’artrosi. Una serie di disturbi che possono comportare oltre al dolore anche la riduzione dei movimenti articolari.

Postura errata e scarpe sbagliate

La posizione che assumiamo quando siamo seduti o camminare con scarpe sbagliate può creare compromissioni al tratto cervicale. Una postura errata crea nel tempo delle compromissioni agli spazi articolari degli anelli della zona cervicale da C1 a C7. Il nervo frenico origina dai rami anteriori delle radici spinali C3, C4 e C5, dirigendosi verso il basso al diaframma, passa nelle vicinanze dell’arteria succlavia, della vena succlavia, dei polmoni e del cuore.

Una compromissione del nervo frenico crea enormi problemi alla cervicale, al muscolo diaframmatico, causando anche problemi respiratori.

Vita sedentaria e poca idratazione

Muoversi e camminare poco, porta a incamerare pochissimo ossigeno di qualità (leggi l’articolo sull’importanza dell’ossigeno per muscoli ed ossa), mentre la mancanza di un’adeguata quantità di acqua giornaliera produce disidratazione ed una conseguente contrazione dei muscoli del collo.

Inoltre, un cattivo funzionamento dell’intestino (la mancanza di una regolare evacuazione giornaliera), la somministrazione di farmaci e il consumo di fumo ed alcool, incidono sull’aumento dell’infiammazione generale della persona, andando ad aggravare le patologie della cervicale.

Chi pratica attività fisica, oltre al benessere che riceve tutto l’organismo, avrà anche una muscolatura più forte e tonica. I muscoli non allenati e poco tonici non sostengono adeguatamente la colonna vertebrale e quindi anche il tratto delle vertebre cervicali. Fare attività motoria aiuterà prima di tutto il mostro intestino e di conseguenza la mobilità del collo.

L’importanza della salute dentale sulla nostra schiena: un problema dentale influisce sulla cervicale?

Si possono avere disturbi cervicali anche a causa di problemi dentali e soprattutto quando c’è una male occlusione, cioè  quando l’appoggio dei denti a bocca chiusa non è corretto e c’è quindi una mancanza di equilibrio dei nostri denti.

Queste situazioni vanno a infiammare il menisco della mandibola, i muscoli mandibolari, il muscolo trigemino ed il muscolo temporale.

Non dobbiamo dimenticare anche il ruolo dell’ amalgama, ovvero la lega di un metallo che contiene anche una parte di mercurio, molto usata negli anni passati per le applicazioni odontoiatriche e nella ricostruzione di denti e che può dare problemi alla nostra cervicale.

Correggere asimmetrie articolari come rimedio alla cervicale

Un’altra causa che colpisce la nostra cervicale sono le asimmetrie delle gambe, ci si riferisce a differenti livelli di forza di una stesso muscolo delle nostre gambe.

I due arti coinvolti portano a situazione invalidante non solo per gli sportivi. Di solito le asimmetrie articolari vengono evidenziate da una scorretta postura del corpo che pende da un lato. Il collo per compensare questa asimmetria pende dalla parte dell’arto più lungo creando notevoli fastidi al nostro tratto di cervicale.

Rimedi per la cervicale con il metodo Lualdi

Valutando tutte le situazioni elencate precedentemente, partendo dal potere dei nostri piedi, le cervicalgie possono essere risolte. Il Metodo Lualdi si basa sul fatto che nei piedi si trovano tutti i punti di percezione e di correlazione del nostro corpo. Mediante la riflessologia plantare e soprattutto dalla massofisioterapia si va a trattare la zona del collo portando la risoluzione del problema cervicale in pochissime sedute.

La zona cervicale è molto complessa e importante per tutto il nostro organismo per le sue diramazioni e coinvolgimenti: non trascurare mai un episodio di cervicalgia e non dimenticare mai che siamo una perfetta catena cinetica che deve essere sempre in equilibrio

Questo è direttamente legato all’equilibrio dei nostri piedi.

Contatta il nostro massofisioterapista per prenotare il trattamento

La riflessologia plantare interviene in modo indiretto sull’organo o muscolo di correlazione, mentre la massofisioterapia agisce a livello locale.

Il Metodo Lualdi consente una valutazione precisa dello stato di salute del paziente nel suo insieme, permettendo un approfondimento delle varie patologie e sintomatologia. Il problema viene quindi valutato partendo dalla sua origine, e non dai sintomi che ne conseguono.

Visita il sito web www.metodolualdi.it


Ivano Lualdi
Massofisioterapista, Riflessologo Plantare
Specializzato in patologie del piede e del ginocchio

Riferimenti:  Cervicale, Problemi alla cervicale, Dolore cervicale
Redattore: Ivano Lualdi


Perché è importante riposare bene? Un buon sonno è fondamentale per la nostra salute, ma oltre alla quantità è importante considerare la qualità del nostro riposo. 

La Dott.ssa Maria Paola Perini, Neurologa e la Dott.ssa Regina Valentini, psicoterapeuta ci spiegano quanto influisce il sonno sulla qualità della nostra giornata e sulla nostra salute.

Oggi si tende a considerare sempre più spesso il sonno come un fenomeno opzionale, una perdita di tempo prezioso per la produttività e non c’è niente di più sbagliato.

Il nostro corpo ci invia continuamente dei segnali. Difficilmente però poniamo attenzione a quelli che il nostro corpo ci manda quando ci chiede di riposare e che potrebbero essere correlati ad un disturbo del sonno.

I ritmi frenetici a cui ci stiamo abituando tendono a ridurre sempre di più il tempo dedicato al riposo notturno e portano ad una disgregazione dei delicati meccanismi biologici che si innescano quando dormiamo. Infatti ci accorgiamo di non dormire abbastanza solo quando gli effetti deleteri dell’insonnia hanno già prodotto danni.

Il significato simbolico del sonno e dell’insonnia di cui molti di noi soffrono, spesso si riconduce a quello mitico, filosofico ed iconografico delle tradizioni che associa da sempre la veglia alla luce ed il sonno alla morte.
Spesso, quindi, nel momento dell’addormentamento la mente non vuole lasciar andare, cioè abbandonare il controllo e ci si sveglia sempre presto oppressi dalle preoccupazioni.

Quali meccanismi si innescano mentre dormiamo?

Il sonno è costituito da una complessa e raffinata struttura: è caratterizzato da continue variazioni dell’attività vegetativa (pressione arteriosa, respirazione, frequenza cardiaca), ormonale e mentale.

Nelle due fasi principali di sonno, che si alternano ciclicamente durante la notte (la fase REM e la fase NREM) il nostro cervello recupera energie ed il nostro organismo si rimette in sesto:

  • viene prodotto l’ormone della crescita
  • viene attivata la sintesi proteica e la funzione immunitaria
  • vengono archiviati i ricordi a lungo termine (migliora la memoria)

Riposare equivale a rigenerare. Quali sono gli effetti di un cattivo sonno?

Il sonno è un fenomeno delicatissimo e fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza e ancora oggi non sono chiari tutti i meccanismi fisiologici coinvolti. Il sonno è facilmente vulnerabile da parte di eventi esterni ed interni al nostro corpo e costituisce un momento di necessaria pausa e rigenerazione.

Abbandono, incertezza e disidentificazione sono dimensioni difficili da vivere per l’uomo contemporaneo orientato alla pianificazione ed al controllo della realtà e questo risulta evidente nel momento storico attuale, caratterizzato da molta incertezza, precarietà e paura.

Dormire male, porta a pregiudicare la qualità della nostra vira quotidiana e ci espone al rischio di sviluppare diverse patologie come:

  • cardiopatie
  • ipertensione
  • diabete
  • obesità
  • depressione

È necessario che il sonno sia profondo e rigenerante sia per la salute che per la longevità, poiché esso impatta su molti processi fisiologici ed anche sul tono del nostro umore. Infatti, tutti abbiamo provato a dormire troppo poco e male e a risvegliarci di cattivo umore, depressi, demotivati e apatici.

Abbiamo bisogno di un numero minimo di ore di sonno quotidiane variabili (in linea generale almeno 7-8 ore a seconda dell’età) e la qualità del nostro riposo gioca un ruolo fondamentale sulle nostre perfomances.

Quali domande possiamo porci per comprendere a fondo le ragioni della nostra insonnia?

Valutiamo lo stile di vita che conduciamo e le nostre cattive abitudini alimentari, comportamentali ed ambientali: Cosa ti motiva e ti fa sentire appagato? Cosa ti produce pensieri? Quale persona vorresti essere, ma sei imbrigliato in diverse situazioni che ti impediscono di esserlo? In quali aree la tua soddisfazione è minore?

Chiediamoci quali siano le conseguenze di un sonno poco ristoratore a livello psicologico: se si dorme poco la stanchezza rende difficile l’azione verso le soluzioni, non riusciamo a porre fiducia in noi stessi, siamo svogliati e svuotati.

Insonnia: I consigli della psicologa per affrontare questo disturbo

L’insonnia è un sintomo che può avere svariate cause.

L’accettazione delle pretese dell’anima, simbolicamente così chiaramente espresse, dovrebbe richiedere una cura personalizzata secondo la quale la persona andrebbe aiutata a vivere in modo consapevole le proprie emozioni, senza colpevolizzazioni o moralismi, sostenendola nel cambiamento e non solo a togliere il sintomo.

Alcune azioni che possiamo intraprendere per apportare un cambiamento mentale potrebbero essere:

  • evitare di pensare troppo
  • vivere nel presente
  • seguire le indicazioni dei nostri istinti che ci suggeriscono chiaramente cosa ci procura disagio
  • immaginare ciò che può migliorare la nostra condizione
  • chiarire i conflitti attraverso il dialogo
  • vivere la libertà di essere se stessi, almeno in alcune dimensioni

Dormire bene è la chiave per vivere meglio, ma vale anche l’opposto, vivere con calma fa dormire meglio perché nei momenti di calma tendiamo a vedere le cose nella loro interezza con il cuore e con la mente.

Come posso intervenire per affrontare l’insonnia?

Vivere in un ambiente frenetico, con preoccupazioni costanti altera la produzione del cortisolo, l’ormone dello stress, causando una serie di disturbi che compromettono non solo la qualità del nostro riposo, ma anche la qualità della nostra vita.

  1. Controlla i livelli di cortisolo
    Controllare il cortisolo è semplice e si può fare comodamente da casa, con un metodo semplice e non invasivo richiedendo il kit per la misurazione salivare direttamente al nostro laboratorio

  2. Cerca di fare ordine nella tua mente
    Segui i consigli della psicoterapeuta per affrontare la natura psicologica di questo disturbo

  3. Chiedi consiglio ad uno specialista
    Chiedi consiglio ad uno specialista per intervenire in modo mirato e personalizzato con un piano adeguato atto a normalizzare la secrezione di questo importante ormone.

Noi siamo spesso troppo inclini a misurare ciò che è la nostra vita con il nostro metro che è limitato, ed è il metro della mente che va un po’ superato per migliorare il nostro riposo notturno.

 

Dott.ssa Maria Paola Perini
Medico chirurgo
Specialista in neurologia
Dottore di Ricerca in Neuroscienze e Terapia del Dolore
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Dott.ssa Regina Valentini
Psicologa, Psicoterapeuta, Psicosomatista
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Riferimenti:  Cortisolo, Insonnia, Sonno
Redattore: Dott.ssa Maria Paola Perini e Dott.ssa Regina Valentini


L’ossigeno è un gas dalle innumerevoli proprietà: perché è importante

L’ossigeno è incolore, inodore e insapore ed è il secondo gas più presente nell’atmosfera terrestre. Si tratta quindi di un gas indispensabile per salvare e conservare la vita umana.

Proprio perché è indispensabile, bisogna ricordarsi di rifornire il nostro corpo quotidianamente di ossigeno, tramite il movimento attivo all’aria aperta.

L’ossigeno è importante per migliorare le nostre prestazioni sportive, far star bere il nostro corpo ed aumentare anche le nostre difese immunitarie. Si deve ricordare che tutte le malattie degenerative crescono in ambiente acido, ovvero in carenza di ossigeno. Prendendo spunto dalle parole del medico americano Dott. Robert Young, scrittore del libro “Il miracolo del pH alcalinico”: non ci sono 40 mila malattie, ma due: l’acidosi e la disidratazione. Le cellule tumorali si sviluppano in ambiente acido e in carenza di ossigeno.

Tutti gli aumenti di tossicità che siano alimentari, farmacologici, elettromagnetici o da inquinamento ambientale, produrranno un aumento della tossicità. Questi fenomeni portano nel tempo ad effetti collaterali gravi.

L’ossigeno nel mondo dello sport: cosa può causare una carenza di ossigeno?

Esistono innumerevoli sintomi e numerose malattie legate al mondo dello sport. In questi anni il dovere dei medici è stato quello di stroncare questi sintomi, trascurando la ricerca della causa del problema. Questo ha portato a un massiccio consumo di farmaci: si pensi che ne esistono circa 58 mila per curare circa 40 mila malattie.

Per quello che riguarda le carenze di ossigeno legate agli sportivi, gli effetti negativi più frequenti sono:

  • affaticamento cronico con abbassamento dei valori sanguigni
  • traumi articolari da stress e da eccessivi carichi di lavoro
  • orari di sedute di allenamento sbagliati e perdita del sonno

Queste cattive abitudini nel tempo produrranno un quantitativo di sostanze tossiche che a loro volta influiranno sulla degenerazione osteo articolare, muscolare e di conseguenza ad un aumento del consumo di farmaci prevalentemente di tipo antinfiammatorio. Un esempio di questa conseguenza è la quantità di certificazioni mediche presentate dagli atleti prima delle competizioni nazionali, europee e mondiali per giustificare l’utilizzo di questi farmaci.

L’importanza dell’ossigeno per il benessere del corpo

Le malattie degenerative osteoarticolari rientrano nella categoria di quelle malattie invalidanti che iniziano da giovani, anche per errori nella preparazione atletica-sportiva.

Per ovviare alla degenerazione osteo articolare dobbiamo incamerare una quantità adeguata di “ottimo ossigeno” da:

  • allenamenti all’aria aperta
  • bere acqua alcalinica di qualità
  • assumere aminoacidi dai cibi
  • avere un buon stile di vita
  • seguire una buona alimentazione alcalinica

Dobbiamo sempre allenare il nostro corpo su base aerobica per consentirgli di rendere al massimo senza andare incontro ad una ossidazione cellulare.

È stato infatti dimostrato che allenamenti anaerobici sviluppano acidosi e carenza di ossigeno, creando squilibri all’intestino e alla sua mucosa. Questo non significa evitare l’allenamento anaerobico, piuttosto, in caso di allenamenti frequenti cercare di prendere maggiori accorgimenti per ossigenare il corpo.

Ossigenarsi significa camminare e correre all’aria aperta assumendo “ottimo ossigeno” possibilmente tutti i giorni. Prevenire è meglio che curare!

La riflessologia plantare come valido aiuto per lo sportivo 

La riflessologia è un valido supporto per ripristinare l’equilibrio tra mente e corpo degli sportivi eliminando in tempi rapidissimi tutte quelle sostanze che il nostro organismo produce per colpa dello stress tipo anidride carbonica, cortisolo ed acido lattico.

Infatti gli sportivi, dopo ogni allenamento intenso, sviluppano notevoli dosi di cortisolo ed acido lattico causando disfunzioni a livello ormonale.

Per diminuire lo stress, in modo naturale, sarebbe consigliabile che gli sportivi, amatoriali e non, si sottopongano a sedute di riflessologia plantare, meditazione e yoga.

Contatta il nostro massofisioterapista per prenotare il trattamento

La riflessologia plantare interviene in modo indiretto sull’organo o muscolo di correlazione, mentre la massofisioterapia agisce a livello locale.

Il Metodo Lualdi consente una valutazione precisa dello stato di salute del paziente nel suo insieme, permettendo un approfondimento delle varie patologie e sintomatologia. Il problema viene quindi valutato partendo dalla sua origine, e non dai sintomi che ne conseguono.

Visita il sito web www.metodolualdi.it


Ivano Lualdi
Massofisioterapista, Riflessologo Plantare
Specializzato in patologie del piede e del ginocchio

Riferimenti:  Ossigeno, Allenamento, Sport, Riflessologia plantare
Redattore: Ivano Lualdi


L’acne è un disturbo comune della pelle che indica uno squilibrio della secrezione sebacea della cute. Oggi è possibile individuare le cause con delle semplici analisi ed attuare rimedi mirati e personalizzati 

L’acne è una condizione patologica della pelle che si manifesta con la comparsa di brufoli, foruncoli, punti neri e punti bianchi sulla pelle del viso e del corpo. Chi ne soffre di più sono adolescenti e giovani adulti, ma esistono anche casi di adulti che soffrono di acne (si parla in questi casi di acne tardiva).

Insieme alla comparsa di brufoli e punti neri, possono anche comparire comedoni, cisti, arrossamenti e noduli. Anche una pelle grassa e perennemente lucida è indicativa di uno squilibrio della secrezione sebacea della cute. Alcune pelli tendono a produrre fisiologicamente più sebo, ed in questo caso si è più inclini a sviluppare acne.

Le cause che portano allo sviluppo di acne sono diverse:

  • ormonali
  • alimentari
  • stress
  • genetica
  • batteriche
  • di caratteristiche intrinseche della pelle

Perché si manifesta l’acne? Il ruolo degli ormoni con l’acne 

L’acne si manifesta a causa di un aumento della produzione di sebo e cheratina a livello del follicolo pilifero, dove possono crescere e svilupparsi infezioni batteriche, che causano l’arrossamento e la comparsa del pus.

Il Propionibacterium acnes è un batterio che, in condizioni fisiologiche, si trova sulla cute come commensale. Se però i pori cutanei si costruiscono (ad esempio per un’eccessiva produzione di sebo) il P.acnes è in grado di svilupparsi in maniera incontrollata, causando infiammazione della cute e la comparsa del pus.

Squilibri nella secrezione di ormoni possono portare ad una maggiore produzione di sebo

Per quanto riguarda le cause ormonali, possono esserci degli squilibri nella secrezione di ormoni che portano ad un aumento della produzione di sebo, e questo favorisce la comparsa dell’acne. Per questo motivo l’acne colpisce spesso i giovani durante la pubertà: è in questo momento della vita che la secrezione ormonale inizia a cambiare e quindi si può avere un’influenza sulla produzione di sebo.

In pubertà aumenta la secrezione di testosterone, che nei maschi provoca la crescita degli organi genitali e nelle femmine causa un aumento della massa muscolare e della densità ossea. Il testosterone spesso influenza la comparsa dell’acne (è la principale causa di acne giovanile).

Superata la pubertà, gli squilibri ormonali non riguardano quasi mai il testosterone, ma altri ormoni.

L’acne tardiva colpisce per di più le donne (nel 75-85% dei casi), proprio perché mentre nell’uomo ad un certo punto della vita la secrezione ormonale si stabilizza e rimane più o meno costante, nella donna continua a fluttuare, per via del ciclo mestruale (la comparsa di brufoli prima delle mestruazioni è molto comune).  Inoltre, nella donna ci sono altre due situazioni che possono influenzare la produzione ormonale: la gravidanza e la menopausa.

Lo stress provoca un aumento del cortisolo, che influenza la produzione di sebo

Anche lo stress influisce sullo sviluppo dell’acne, provocando un aumento del cortisolo (l’ormone dello stress, prodotto dalle ghiandole surrenali). Anche in questo caso si parla quindi di cause ormonali dell’acne, perché con l’aumento di ormoni in circolo le ghiandole sebacee sono stimolate a produrre più sebo e ciò facilita la comparsa di acne.

Il cortisolo, l’ormone dello stress e le impurità della pelle

Anche i cosmetici sbagliati possono causare acne. Cosmetici ed acne: scegliere sempre quelli giusti per la propria pelle 

L’uso di farmaci e cosmetici inadeguati può promuovere l’insorgenza di impurità della pelle. Il cortisone, il testosterone e gli anabolizzanti fanno parte della categoria di farmaci che hanno un effetto sulla produzione di acne; allo stesso modo l’uso di prodotti cosmetici inadeguati ed una mancata e/o corretta detersione del viso possono contribuire all’ostruzione dei pori e favorire la proliferazione batterica.

Alimentazione ed acne 

Anche l’alimentazione può avere un ruolo chiave nell’alterazione dell’equilibrio della pelle: l’acne può svilupparsi a causa di un’intolleranza alimentare (spesso l’intolleranza riguarda il latte, il formaggio o la farina di frumento); oppure a causa di una dieta sbilanciata, ricca in grassi saturi, che fanno a sovraccaricare il fegato.

Inoltre, una dieta eccessivamente ricca in grassi saturi di origine animale può aumentare la sintesi degli ormoni derivanti dal colesterolo, tra cui citiamo: mineralcorticoidi, glucocorticoidi (es: cortisolo), androgeni (es: testosterone, diidrosterone), progestinici ed estrogeni.

Inoltre, sia le intolleranze che una dieta ricca di grassi saturi e prodotti processati, alimentano l’infiammazione generale, che sicuramente facilita gli squilibri cutanei.

Come tutte le patologie inoltre, lo sviluppo di acne può avvenire anche su base genetica: ci sono alcuni polimorfismi che, più di altri, predispongono all’iperproduzione di sebo.

Cure e rimedi per combattere l’acne 

Quindi, per poter affrontare al meglio l’acne e trovare una cura efficace, è importante capire la principale causa che lo provoca. Il professionista potrà prescrivere diversi esami ematici, salivari e delle urine per valutare il dosaggio degli ormoni coinvolti nell’aumento della produzione di sebo, ed eventualmente il grado di infiammazione del soggetto.

È utile anche testare le intolleranze alimentari, per capire se l’acne ha origine da alcuni cibi in particolare, ad esempio mediante l’ALCAT TEST®, un test citotossico approvato dalla FDA.

Una volta compreso il tipo di acne e la causa, ci sono diverse strategie terapeutiche che possono essere applicate. Quello che vale in generale è:

  • Bere molta acqua
  • Evitare cibi ricchi in zuccheri e prediligere una dieta a basso carico glicemico
  • Consumare cereali integrali, frutta e verdura quotidianamente
  • Diminuire il consumo grassi saturi
  • Alternare il consumo di proteine animali al consumo di proteine vegetali
  • Utilizzare prodotti cosmetici adeguati per la detersione del viso

Contattaci subito per prenotare la visita con il nostro specialista

È importante rivolgersi sempre ad un professionista già dai primi sintomi dell’acne, per poter intervenire e migliorare l’aspetto della pelle, per ridurre l’infiammazione e per evitare che si formino cicatrici sulla cute.

 

Dott.ssa Giulia Aliboni
Biologo nutrizionista

Riferimenti: Acne, pelle seborroica, problemi della pelle, intolleranze alimentari, ormoni
Redattore: Dott.ssa Giulia Aliboni


August 28, 2020 terapie naturali

La cristalloterapia, una terapia naturale attraverso l’uso dei cristalli

Per cristalloterapia si intende una disciplina olistica focalizzata sull’utilizzo di cristalli, pietre e minerali di varie forme e colori al fine di raggiungere uno stato di benessere psico-fisico stimolando le risorse energetiche naturali.

La cristalloterapia si fonda sul presupposto secondo cui ogni corpo possiede un peculiare campo energetico, il quale interagisce con gli eventi esterni. In particolare i cristalli, sono in grado di emanare energie purificatrici che vengono assorbite a livello energetico dal nostro organismo, come vibrazioni costanti.

L’utilizzo della cristalloterapia ha origini molto antiche, infatti le proprietà di pietre e cristalli e la loro efficacia furono scoperte migliaia di anni fa dalle civiltà Eizie e Maya che le utilizzavano durante le cerimonie e viene ad oggi molto usata in India e nei paesi orientali.

Cos’è e come funziona la cristalloterapia?

Il concetto base della cristalloterapia è quello secondo cui l’uomo è in grado di assorbire e trasformare le energie attraverso i Chakra. I Chakra sono le porte di accesso del flusso energetico vitale del nostro corpo.

Ciò che molto spesso trascuriamo è ciò che non siamo in grado di vedere, come ad esempio l’energia che percorre ogni minimo strato della materia.  Noi stessi siamo fatti di energia e l’energia stessa pervade ogni cosa.

Il principio alla base della cristalloterapia è proprio la capacità di modificare l’energia di alcuni corpi attraverso le vibrazioni in movimento emanate dalla pietra stessa.

I cristalli e le pietre sono minerali presenti in natura. Essi costituiscono la maggiore componente nel nostro pianeta e nell’intero universo. I cristalli e le pietre sono strutture armoniche create dalla natura, capaci di riequilibrare e riordinare qualunque energia entri in contatto con essi.

Ci sono diversi tipi di pietre e cristalli che vengono usati nella cristalloterapia. Ognuno di questi ha una valenza e un significato e vengono scelti in base al momento presente che si sta affrontando.

Quali sono i benefici della cristalloterapia?

La cristalloterapia interviene a diversi livelli:

  • fisico
  • emotivo
  • mentale
  • spirituale

La seduta si snoda in un percorso basato sul sentire e sull’ascolto di sé.

La regolarizzazione energetica delle pietre viene consigliata in casi di stress emotivo, il quale porta a insonnia, ansia e mal di testa dovuto alla tensione.

La rimozione dei blocchi energetici tramite i cristalli  spesso è coadiuvata da altre pratiche come ad esempio l’aromaterapia ed il Reiki.

La cristalloterapia viene solitamente  utilizzata da naturopati e da operatori olistici competenti in grado di aiutare il soggetto a ritrovare in sé l’energia mentale e fisica per affrontare  il proprio percorso di vita.

A ogni cristallo corrisponde un segno zodiacale, oltre a una gamma di colori tra cui una pietra può spaziare.
Il cristallo si evolve insieme a chi lo possiede, perché ha la capacità di entrare in risonanza con le intenzioni di chi li usa.

Come utilizzare pietre e cristalli per sfruttare al meglio le loro proprietà

Pietre e cristalli  possono essere una parte del mondo che vi circonda ad aiutarvi a ristabilire l’equilibrio biopsicoenergetico. Alla base di tutto l’universo c’è l’energia, le pietre vibrano di un’energia primordiale, donando energia portano un cambiamento, bilanciano quando si è in un disequilibrio.

Ci sono molti modi per lavorare con i cristalli si possono indossare, posizionare sul corpo, vicino ad un oggetto o semplicemente all’interno di una stanza.

  • Indossare i cristalli: i cristalli assorbono e trasmettono energia, per questa ragione indossarli può essere di aiuto;
  • Posizionare i cristalli: durante un trattamento di cristalloterapia si posizionano su una parte del corpo per ottenere l’effetto specifico che occorre, quasi sempre di posizionano sui chakra;
  • Meditare con i cristalli: in questo caso aiutano a distendere la mente e allo stesso tempo ricevere incredibili intuizioni, i cristalli possiedono milioni di anni e hanno in memoria un numero incredibile di informazioni;
  • Dormire con i cristalli: posizionandoli sotto il cuscino aiutano a interferire con i dubbi e le paure.

Come scegliere la pietra giusta

Nella scelta di un cristallo o di una pietra l’intuizione è molto importante. Si deve sentire un’attrazione particolare verso il colore, la forma e la grandezza.

Cristalli e pietre terapeutiche: alcuni esempi di cristalli utilizzati nella cristalloterapia

Cristallo di rocca

Il Cristallo di Rocca o Quarzo Ialino rivitalizza le zone insensibili, fredde e rigide, riequilibra le funzioni del cervello, rafforza i nervi e stimola le ghiandole e la circolazione, infonde energia, lenisce i  dolori e favorisce l’eliminazione  delle tossine.

È una delle pietre più utilizzate in cristalloterapia, utile per lavorare sul settimo chakra e su tutti quanti gli strati dell’aura.

Occhio di tigre

L’Occhio di tigre vibra con i chakra inferiori e aiuta a sviluppare volontà e ottimismo.
Viene impiegato per armonizzare i centri energetici insieme ad altri minerali e non lavora solo sul primo chakra e l’aura, ma anche sulle altre pietre, amplificando la loro portata.

Smeraldo

Il suo colore verde apporta l’energia tipica della natura, donando protezione, empatia e amorevolezza.
Le proprietà dello smeraldo sono davvero numerose. Ritenuta capace di migliorare la memoria e aiutare a rendere chiari i pensieri. Porta alla luce i pensieri più profondi, rendendoli noti alla mente conscia.

Lapislazzuli

Sono splendide pietre collegate alla spiritualità e alla regalità. I lapislazzuli migliorano la creatività e le capacità comunicative.

Il lapislazzuli lavora sia sul chakra della gola, sia sul terzo occhio. Sul piano spirituale questa pietra rende l’individuo più consapevole ed equilibrato. Scarica l’energia di troppo da questi centri energetici e possiamo controllarli meglio. Quando il chakra della gola è in armonia ci sentiamo liberi di dire finalmente il nostro pensiero.

Topazio

Il Topazio è legato all’energia del Sole, conferisce a chi lo indossa praticità, ottimismo e allegria.
Può stimolare praticamente tutti i chakra del corpo, soprattutto quelli “alti”, riequilibrando pensieri e emozioni.

Quarzo rosa

Nota come pietra dell’amore, aiuta a superare vecchi dolori, a raggiungere una buona autostima e una piena accettazione di se stessi.

Il quarzo rosa ha tante proprietà che portano benefici sia al corpo che alla mente. Secondo i cultori di questa pietra, indossando il quarzo rosa, si avverte piano piano un tangibile senso di liberazione dalle angosce quotidiane e un senso di apertura verso la sfera affettiva.

Tormalina nera

La Tormalina nera aiuta a proteggerci dai campi elettromagnetici, ottimo l’utilizzo di  metterla vicino al pc, tv e al wifi.

La tormalina nera è una pietra fantastica soprattutto per schermarvi dalle onde elettromagnetiche del computer ma anche dalle energie negative. Potete infatti indossarla se siete in cerca di uno scudo che tenga lontane da voi le energie e i pensieri sgraditi.


Come purificare le pietre

Non tutte le pietre vanno purificate nello stesso modo. Alcune pietre come la tirmalina e la pirite non amano l’acqua, ma amano la terra.

Generalmente vanno lavate sotto l’acqua corrente fredda per almeno 20 secondi, poi asciugatele con un panno morbido di fibra naturale.
Per purificare tormalina e pirite mettetele in un vasetto di terra e poi esponetele ai raggi del sole.

Cosa fare quando si rompe una pietra

Le pietre se non cadono, terminano il loro scopo rompendosi. In questo caso si possono sotterrare in un vaso con una piantina è molto importante ridarle alla natura o in un fiume che scorre.

Il trattamento di cristalloterapia

Le pietre più usate in un trattamento di cristalloterapia sono generalmente: Ametista, Lapislazzuli, Tormalina nera, Quarzo citrino, Occhio di tigre, Avventurina verde, Quarzo rosa,  Agata, Ambra, Diaspro, Corniola,  Selenite, Onice nera e Pirite.

La cristalloterapia è una tecnica mediante la quale si ristabilisce l’equilibrio energetico del corpo e consente di esercitare un’azione preventiva e benefica su eventuali squilibri dell’organismo.

La durata del trattamento è di circa 60 minuti.
Generalmente la cristalloterapia viene abbinata ad altri trattamenti come il reiki o la meditazione guidata, con un numero di cicli da concordare con l’operatore.

Prenota ora il trattamento di cristalloterapia

Il nostro operatore olistico è a disposizione per effettuare trattamenti su prenotazione.


Tiziana Aymerich Y Fort
Operatore di Bars Access Consciousness
Terapista Idrocolon, Floriterapeuta, Cristalloterapeuta, Cromoterapeuta
Esperta in riflessologia plantare
 e Master Reiki

Riferimenti:  Terapie naturali, cristalloterapia, cristalli
Redattore: Tiziana Aymerich


La Menopausa può essere per molte donne motivo di ansia e preoccupazione, un periodo travagliato nel quale veniamo travolte da una molteplicità di avvenimenti che pensiamo possano avere conseguenze negative per la nostra salute.

In realtà è un momento fisiologico nel quale, come nella pubertà, il corpo femminile subisce una naturale trasformazione metabolico-ormonale al fine di preservare le funzioni vitali che potrebbero con l’avanzare dell’età mettere a rischio la nostra sopravvivenza.

I sintomi più frequenti durante la menopausa 

I sintomi che si sperimentano più frequentemente durante la menopausa, o in alcuni casi già dal periodo pre-menopausale, sono:

  • Climaterio
  • Insonnia
  • Aumento di peso
  • Cambiamenti emozionali
  • Calo della libido
  • Perdita o assottigliamento del capello
  • Pelle disidratata

Inoltre, attraverso esami di laboratorio, possono essere identificati:

  • Carenze di Vitamine e/o di Minerali
  • Alterazione del metabolismo degli Zuccheri (Insulino-resistenza, Diabete tipo 2)
  • Iper o ipotiroidismo

Menopausa e ormoni: un approccio plurispecialistico per ricostruire l’equilibrio ormonale

Tutti questi cambiamenti sono dovuti a modificazioni dei flussi ormonali che permettevano precedentemente il ciclo mestruale.

Gli Ormoni, insieme a Neuropeptidi, Citochine e Fattori di crescita, fanno parte delle cosiddette signaling-molecules, ovvero molecole che, comunicando fra loro, regolano tutte le funzioni corporee.

Ad oggi, grazie alla Ricerca Biomedica, è stato riconosciuto ad esse un ruolo chiave assoluto nella Prevenzione dello Stato di Malattia, tant’è che negli ultimi anni la Medicina sta progressivamente superando il concetto tradizionale della cura d’organo, per dar spazio ad una visione più unitaria e interdisciplinare in ottica preventiva.

La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) è infatti la Scienza che studia come Sistema Nervoso, Asse ormonale e Sistema Immunitario coordinino tutte le funzioni metaboliche.

Il principio base è il concetto secondo cui la Salute dipenda dall’Omeostasi, ovvero dall’equilibrio, fra questi tre universi paralleli. Un’alterazione a qualsiasi livello provoca conseguenze sugli altri due, innescando uno stato di disequilibrio che, se non ben arginato, potrebbe sfociare in malattia.

La Menopausa pertanto è uno degli esempi più evidenti di come un singolo cambiamento nell’assetto ormonale produca effetti multipli sull’organismo e per questo motivo, spesso, si rende necessario un approccio plurispecialistico per coordinare la ricostruzione di un nuovo equilibrio.

I cambiamenti ormonali che influiscono sullo stato di salute della donna in menopausa

Un importante cambiamento ormonale è la trasformazione degli estrogeni in estrone che rappresentano la causa  della trasformazione biologica dell’organismo che porta all’invecchiamento dei tessuti rendendoli più  densi, fibrosi, il seno e l’utero sono i più  colpiti.

Da alcuni anni e’ possibile determinare la quantità di estrone prodotto grazie ad un esame che si ottiene  dalla raccolta delle urine del mattino, l’esame in questione si chiama Estroprofile.

Grazie a questo esame possiamo sapere se si stanno producendo ormoni che ci faranno invecchiare prima e con le sofferenze tipiche della menopausa, e prescrivere una terapia personalizzata in grado di riequilibrare l’assetto ormonale.

Scopri come effettuare il test comodamente da casa

Menopausa ed alimentazione: il cibo come strumento per migliorare il proprio stato di salute in menopausa

Da un punto di vista Nutrizionale, l’obiettivo è innanzitutto quello di garantire la continuità funzionale di tutti i sistemi che con l’avanzare dell’età potrebbero ridurre la loro efficienza fino a diventare insufficienti a garantire la Salute della paziente.

È necessario dunque che, prima di formulare un Piano Nutrizionale, il professionista verifichi opportunamente lo Stato di Salute della donna attraverso un’accurata anamnesi, l’analisi della composizione corporea e, ultima ma non meno importante, la presa visione di esami di laboratorio aggiornati.

L’anamnesi ha lo scopo di comprendere la Storia del Peso, situazioni attuali o pregresse di Patologie che potrebbero interferire con l’obiettivo che si vuole ottenere e l’accertamento delle Condizioni Sintomatologiche presenti. Importante è anche comprendere lo Stile di Vita della persona e le sue Abitudini Alimentari.

L’analisi della composizione corporea è un esame che ha lo scopo di individuare alterazioni tra il comparto liquido (idratazione) e il comparto solido (massa grassa e massa muscolare) del paziente.

Menopausa e dieta: perché in menopausa cambia la composizione corporea?

Nella donna, soprattutto dopo la Menopausa, possono verificarsi incrementi della frazione liquida (ritenzione idrica) a discapito della massa magra. Il rischio di sarcopenia (perdita di massa muscolare) è tipico del paziente sopra i 50 anni.

Verificare e monitorare nel tempo lo Stato della Composizione Corporea consente di adeguare e/o correggere il Piano Nutrizionale garantendo sempre l’apporto necessario di tutti i macro e micronutrienti di cui l’organismo ha bisogno per mantenere il turn-over cellulare.

A tal proposito, il Nutrizionista può suggerire l’introduzione di una moderata attività fisica, che contribuisce sia al miglioramento del tono muscolare e di tutto il sistema osteo-articolare, che all’attivazione metabolica.

Nell’ottica di contrastare un aumento di peso, l’attività fisica si rende necessaria per implementare il dispendio energetico, così da favorire anche un abbassamento dei livelli glicemici, che possono essere causa di accumulo di grasso viscerale a livello dell’addome con aumentato rischio di patologie metaboliche (diabete, malattie cardiovascolari e neurodegenerative).

Carenze di vitamine e minerali in menopausa, cosa rischio?

Gli esami di laboratorio servono ad identificare possibili carenze di vitamine e minerali. Nella donna una fra tutte è la carenza di Vitamina D che è causa diretta di ridotta fissazione del Calcio nelle ossa, con conseguente rischio di fragilità, osteopenia o addirittura osteoporosi.

Un esame integrativo importante da eseguire per verificare lo stato della salute ossea è la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC). La Vitamina D è essa stessa considerata un ormone e, proprio per questo, si integra perfettamente nel cross-talking con gli altri sistemi della PNEI.

Le conseguenze di una carenza di Vitamina D si ripercuotono dunque indirettamente su altri sistemi. Infatti, essa svolge un importante ruolo nella soppressione infiammatoria promuovendo l’espressione di citochine antinfiammatorie. In particolare ne è stata evidenziata la sua funzione in alcune patologie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide. Inoltre, studi scientifici recenti hanno confermato effetti indiretti della vitamina D nella patofisiologia del Diabete Tipo 2.

Carenze di minerali tipiche della menopausa sono invece quelle legate a Calcio, Magnesio, Zinco e Selenio. Del primo abbiamo già parlato, ma possiamo aggiungere che, il Calcio oltre a combattere l’osteoporosi, esso riveste un ruolo importante per l’apparato cardiocircolatorio, contrastando l’aumento di colesterolo e stabilizzando il ritmo cardiaco.

Il Magnesio e lo Zinco supportano almeno 300 attività enzimatiche. Una loro carenza provoca disturbi sia in età fertile (cefalea, dismenorrea, sindrome pre-mestruale), che durante la Menopausa, in particolare acutizzando fenomeni quali climaterio, insonnia, stanchezza e irritabilità.

Un’adeguata concentrazione di questi metalli stimola la produzione di serotonina, un’endorfina che agisce su recettori specifici del cervello, svolgendo azione analgesica, antidepressiva e stabilizzante del tono dell’umore.

Il Selenio infine è utile per contrastare i processi ossidativi e prevenire l’invecchiamento delle cellule promuovendo l’attività del Coenzima Q10.

Alimentazione in menopausa: quali sono i cibi da preferire?

In una Dieta bilanciata, per garantire un corretto apporto di questi minerali, il Nutrizionista può suggerire l’utilizzo di alcuni alimenti come ad esempio Legumi, Cereali ad alto contenuto di fibre e Cacao, che sono fonti primarie di questi e altri micronutrienti

Terapie naturali contro i disturbi della menopausa

In ottica PNEI, anche la Fitoterapia può essere un ulteriore sostegno per contrastare i fenomeni tipici della Menopausa. Alcune piante infatti contengono fitocomposti efficaci nel contrastare le fluttazioni estroprogestiniche ed i relativi sintomi caratteristici della Menopausa.  Fra queste, la Salvia, l’Erba Medica, il Trifoglio Rosso e la Dioscorea Villosa. Quest’ultima in particolare è ricca di Diiro-epiandrosterone (DHEA), la cui diminuzione è fortemente correlata all’avanzare dell’età, soprattutto nella donna.

In conclusione, la Menopausa non è altro che una transizione fisiologica che il corpo femminile subisce al termine dell’età fertile. Come tutte le alterazioni dei tre Sistemi (Nervoso, Ormonale, Immunologico), è un momento delicato poiché i cambiamenti che ne derivano possono, se non ben coordinati, far pendere l’ago della bilancia omeostatica verso una o più patologie.

Il Nutrizionista può essere un valido supporto che, sulla base dell’anamnesi e delle evidenze analitiche, può suggerire un Piano Nutrizionale adeguato e qualora si rendesse necessario, può associare un’opportuna supplementazione mediante multivitaminici, prodotti integrativi, nutraceutici e fitoterapici che contribuiscono a perfezionare la posologia dettata dalla Dieta.

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Dott.ssa Valentina Vielmi

Biologa Nutrizionista

Riferimenti:  Menopausa, Salute della Donna, alimentazione in menopausa
Redattore: Dott.ssa Valentina Vielmi

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