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La Menopausa può essere per molte donne motivo di ansia e preoccupazione, un periodo travagliato nel quale veniamo travolte da una molteplicità di avvenimenti che pensiamo possano avere conseguenze negative per la nostra salute.

In realtà è un momento fisiologico nel quale, come nella pubertà, il corpo femminile subisce una naturale trasformazione metabolico-ormonale al fine di preservare le funzioni vitali che potrebbero con l’avanzare dell’età mettere a rischio la nostra sopravvivenza.

I sintomi più frequenti durante la menopausa 

I sintomi che si sperimentano più frequentemente durante la menopausa, o in alcuni casi già dal periodo pre-menopausale, sono:

  • Climaterio
  • Insonnia
  • Aumento di peso
  • Cambiamenti emozionali
  • Calo della libido
  • Perdita o assottigliamento del capello
  • Pelle disidratata

Inoltre, attraverso esami di laboratorio, possono essere identificati:

  • Carenze di Vitamine e/o di Minerali
  • Alterazione del metabolismo degli Zuccheri (Insulino-resistenza, Diabete tipo 2)
  • Iper o ipotiroidismo

Menopausa e ormoni: un approccio plurispecialistico per ricostruire l’equilibrio ormonale

Tutti questi cambiamenti sono dovuti a modificazioni dei flussi ormonali che permettevano precedentemente il ciclo mestruale.

Gli Ormoni, insieme a Neuropeptidi, Citochine e Fattori di crescita, fanno parte delle cosiddette signaling-molecules, ovvero molecole che, comunicando fra loro, regolano tutte le funzioni corporee.

Ad oggi, grazie alla Ricerca Biomedica, è stato riconosciuto ad esse un ruolo chiave assoluto nella Prevenzione dello Stato di Malattia, tant’è che negli ultimi anni la Medicina sta progressivamente superando il concetto tradizionale della cura d’organo, per dar spazio ad una visione più unitaria e interdisciplinare in ottica preventiva.

La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) è infatti la Scienza che studia come Sistema Nervoso, Asse ormonale e Sistema Immunitario coordinino tutte le funzioni metaboliche.

Il principio base è il concetto secondo cui la Salute dipenda dall’Omeostasi, ovvero dall’equilibrio, fra questi tre universi paralleli. Un’alterazione a qualsiasi livello provoca conseguenze sugli altri due, innescando uno stato di disequilibrio che, se non ben arginato, potrebbe sfociare in malattia.

La Menopausa pertanto è uno degli esempi più evidenti di come un singolo cambiamento nell’assetto ormonale produca effetti multipli sull’organismo e per questo motivo, spesso, si rende necessario un approccio plurispecialistico per coordinare la ricostruzione di un nuovo equilibrio.

I cambiamenti ormonali che influiscono sullo stato di salute della donna in menopausa

Un importante cambiamento ormonale è la trasformazione degli estrogeni in estrone che rappresentano la causa  della trasformazione biologica dell’organismo che porta all’invecchiamento dei tessuti rendendoli più  densi, fibrosi, il seno e l’utero sono i più  colpiti.

Da alcuni anni e’ possibile determinare la quantità di estrone prodotto grazie ad un esame che si ottiene  dalla raccolta delle urine del mattino, l’esame in questione si chiama Estroprofile.

Grazie a questo esame possiamo sapere se si stanno producendo ormoni che ci faranno invecchiare prima e con le sofferenze tipiche della menopausa, e prescrivere una terapia personalizzata in grado di riequilibrare l’assetto ormonale.

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Menopausa ed alimentazione: il cibo come strumento per migliorare il proprio stato di salute in menopausa

Da un punto di vista Nutrizionale, l’obiettivo è innanzitutto quello di garantire la continuità funzionale di tutti i sistemi che con l’avanzare dell’età potrebbero ridurre la loro efficienza fino a diventare insufficienti a garantire la Salute della paziente.

È necessario dunque che, prima di formulare un Piano Nutrizionale, il professionista verifichi opportunamente lo Stato di Salute della donna attraverso un’accurata anamnesi, l’analisi della composizione corporea e, ultima ma non meno importante, la presa visione di esami di laboratorio aggiornati.

L’anamnesi ha lo scopo di comprendere la Storia del Peso, situazioni attuali o pregresse di Patologie che potrebbero interferire con l’obiettivo che si vuole ottenere e l’accertamento delle Condizioni Sintomatologiche presenti. Importante è anche comprendere lo Stile di Vita della persona e le sue Abitudini Alimentari.

L’analisi della composizione corporea è un esame che ha lo scopo di individuare alterazioni tra il comparto liquido (idratazione) e il comparto solido (massa grassa e massa muscolare) del paziente.

Menopausa e dieta: perché in menopausa cambia la composizione corporea?

Nella donna, soprattutto dopo la Menopausa, possono verificarsi incrementi della frazione liquida (ritenzione idrica) a discapito della massa magra. Il rischio di sarcopenia (perdita di massa muscolare) è tipico del paziente sopra i 50 anni.

Verificare e monitorare nel tempo lo Stato della Composizione Corporea consente di adeguare e/o correggere il Piano Nutrizionale garantendo sempre l’apporto necessario di tutti i macro e micronutrienti di cui l’organismo ha bisogno per mantenere il turn-over cellulare.

A tal proposito, il Nutrizionista può suggerire l’introduzione di una moderata attività fisica, che contribuisce sia al miglioramento del tono muscolare e di tutto il sistema osteo-articolare, che all’attivazione metabolica.

Nell’ottica di contrastare un aumento di peso, l’attività fisica si rende necessaria per implementare il dispendio energetico, così da favorire anche un abbassamento dei livelli glicemici, che possono essere causa di accumulo di grasso viscerale a livello dell’addome con aumentato rischio di patologie metaboliche (diabete, malattie cardiovascolari e neurodegenerative).

Carenze di vitamine e minerali in menopausa, cosa rischio?

Gli esami di laboratorio servono ad identificare possibili carenze di vitamine e minerali. Nella donna una fra tutte è la carenza di Vitamina D che è causa diretta di ridotta fissazione del Calcio nelle ossa, con conseguente rischio di fragilità, osteopenia o addirittura osteoporosi.

Un esame integrativo importante da eseguire per verificare lo stato della salute ossea è la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC). La Vitamina D è essa stessa considerata un ormone e, proprio per questo, si integra perfettamente nel cross-talking con gli altri sistemi della PNEI.

Le conseguenze di una carenza di Vitamina D si ripercuotono dunque indirettamente su altri sistemi. Infatti, essa svolge un importante ruolo nella soppressione infiammatoria promuovendo l’espressione di citochine antinfiammatorie. In particolare ne è stata evidenziata la sua funzione in alcune patologie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide. Inoltre, studi scientifici recenti hanno confermato effetti indiretti della vitamina D nella patofisiologia del Diabete Tipo 2.

Carenze di minerali tipiche della menopausa sono invece quelle legate a Calcio, Magnesio, Zinco e Selenio. Del primo abbiamo già parlato, ma possiamo aggiungere che, il Calcio oltre a combattere l’osteoporosi, esso riveste un ruolo importante per l’apparato cardiocircolatorio, contrastando l’aumento di colesterolo e stabilizzando il ritmo cardiaco.

Il Magnesio e lo Zinco supportano almeno 300 attività enzimatiche. Una loro carenza provoca disturbi sia in età fertile (cefalea, dismenorrea, sindrome pre-mestruale), che durante la Menopausa, in particolare acutizzando fenomeni quali climaterio, insonnia, stanchezza e irritabilità.

Un’adeguata concentrazione di questi metalli stimola la produzione di serotonina, un’endorfina che agisce su recettori specifici del cervello, svolgendo azione analgesica, antidepressiva e stabilizzante del tono dell’umore.

Il Selenio infine è utile per contrastare i processi ossidativi e prevenire l’invecchiamento delle cellule promuovendo l’attività del Coenzima Q10.

Alimentazione in menopausa: quali sono i cibi da preferire?

In una Dieta bilanciata, per garantire un corretto apporto di questi minerali, il Nutrizionista può suggerire l’utilizzo di alcuni alimenti come ad esempio Legumi, Cereali ad alto contenuto di fibre e Cacao, che sono fonti primarie di questi e altri micronutrienti

Terapie naturali contro i disturbi della menopausa

In ottica PNEI, anche la Fitoterapia può essere un ulteriore sostegno per contrastare i fenomeni tipici della Menopausa. Alcune piante infatti contengono fitocomposti efficaci nel contrastare le fluttazioni estroprogestiniche ed i relativi sintomi caratteristici della Menopausa.  Fra queste, la Salvia, l’Erba Medica, il Trifoglio Rosso e la Dioscorea Villosa. Quest’ultima in particolare è ricca di Diiro-epiandrosterone (DHEA), la cui diminuzione è fortemente correlata all’avanzare dell’età, soprattutto nella donna.

In conclusione, la Menopausa non è altro che una transizione fisiologica che il corpo femminile subisce al termine dell’età fertile. Come tutte le alterazioni dei tre Sistemi (Nervoso, Ormonale, Immunologico), è un momento delicato poiché i cambiamenti che ne derivano possono, se non ben coordinati, far pendere l’ago della bilancia omeostatica verso una o più patologie.

Il Nutrizionista può essere un valido supporto che, sulla base dell’anamnesi e delle evidenze analitiche, può suggerire un Piano Nutrizionale adeguato e qualora si rendesse necessario, può associare un’opportuna supplementazione mediante multivitaminici, prodotti integrativi, nutraceutici e fitoterapici che contribuiscono a perfezionare la posologia dettata dalla Dieta.

Richiedi una consulenza nutrizionale personalizzata

 

Dott.ssa Valentina Vielmi

Biologa Nutrizionista

Riferimenti:  Menopausa, Salute della Donna, alimentazione in menopausa
Redattore: Dott.ssa Valentina Vielmi


March 9, 2020 attualitàGeneral

EMERGENZA CORONAVIRUS

In ottemperanza ai comunicati emanati dal governo in materia di sicurezza e normative sulla nuova epidemia da COVID-19, si informano i pazienti e i collaboratori dell’Istituto di Medicina Biologica che le attività ambulatoriali e terapeutiche continuano come di consueto, quindi non subiranno variazioni alcune.

Le infusioni (flebo) con miscela di ossigeno/ozono continuano, insieme alle flebo con miscela di vitamina C ad alti dosaggi utili in questo periodo a sostenere il sistema immunitario.

Nel caso in cui siate impossibilitati a raggiungerci fisicamente o nel caso in cui non è necessaria visita medica tradizionale sono disponibili consulti medici telematici tramite Skype o telefono su prenotazione.

In aggiunta al servizio di ambulatorio tradizionale sono sempre disponibili i servizi di prelievo e ritiro a domicilio dei campioni.

Nel rispetto della salute di tutti i pazienti e dello staff, in aggiunta alle procedure d’igiene consuete stiamo applicando tutti i protocolli di igiene necessari contro la diffusione del coronavirus.

Abbiamo a cuore la nostra e la vostra salute. Per questo motivo chiediamo ai nostri pazienti di non venire accompagnati, se non strettamente necessario, di rispettare le norme igieniche richieste e di non presentarsi in caso di sintomi sospetti e rimandare l’appuntamento.

L’accesso alle strutture sarà subordinato al mantenimento di distanza tra le persone di almeno un metro.

ORARI

Centro medico
da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 19.00
per info e prenotazioni di appuntamenti telematici (Skype o telefono)
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Laboratorio
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Rispondiamo al telefono dalle 8.00 alle 16.00
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POCHE SEMPLICI REGOLE PER PREVENIRE IL RISCHIO DI CONTAGIO

Il Coronavirus è pericoloso perché è altamente contagioso.
In uno stato di emergenza sanitaria è nostro dovere, come cittadini, proteggere tutte le persone più a rischio, con un sistema immunitario molto debole o già compromesso.

Invitiamo tutti i pazienti e le persone a noi vicine ad essere responsabili e solidali per fronteggiare questa emergenza seguendo delle semplici regole di prevenzione per ridurre il rischio di contagio del virus:

  • lavate spesso le mani con acqua e sapone e pulite le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
  • evitate il contatto di occhi, naso e bocca con le mani
  • evitate strette di mano, abbracci o l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri
  • coprite naso e bocca con fazzoletti monouso quando starnutite o tossite. Altrimenti usate la piega del gomito
  • se siete anziani o immunodepressi, restate a casa
  • evitate luoghi affollati e mantenete la distanza dagli altri di almeno 1 metro
  • Se avete sintomi simili all’influenza restate a casa, non recatevi al pronto soccorso o presso gli studi medici, ma contatta il medico di medicina generale, i pedriatri di libera scelta, la guardia medica o i numeri regionali
In caso di dubbi vi invitiamo a consultare il sito del Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus o contattare i numeri verdi regionali
#Coronavirus #COVID19


January 30, 2020 Eventi

Abbiamo il piacere di invitarvi alla giornata formativa che si terrà

Sabato 8 febbraio 2020
Presso il Grand Hotel Tiziano di Lecce 

L’evento ideato ed organizzato da:

IMBIO Istituto di Medicina Biologica di Milano in collaborazione
con il Centro Diagnostico Radiologico San Marco di Cellino San Marco (BR)
ed il Laboratorio di analisi cliniche Mater Gratie di Squinzano (LE)

è gratuito con registrazione obbligatoria.

Tutti i partecipanti avranno diritto a 30 ECM
con l’iscrizione gratuita al corso Fad in Medicina Integrata. 

Per partecipare è possibile effettuare la registrazione via mail scrivendo a corsi@imbio.it

 



January 21, 2020 EventiUncategorized

Non solo intolleranze alimentari

Siamo lieti di invitarvi all’ open day intolleranze Giovedì 30 gennaio presso l’istituto Frontis di Roma

Alcuni dei temi dell’Open Day saranno i sintomi correlati alle intolleranze, come scoprire se siamo intolleranti e come affrontare questi disturbi.

Per l’occasione, a tutti i partecipanti verrano offerte:

  • una consulenza specialistica gratuita
  • una promozione esclusiva su tutti i test di intolleranze

Vi aspettiamo giovedì 30 gennaio, presso l’istituto di medicina del Benessere Frontis in via dei Prati Fiscali, 215 – Roma

Per informazioni e registrazioni:
Tel. 06-88640.002



Si è sempre considerata la risposta infiammatoria come se fosse un tutt’uno, oggi però si possono identificare due tipologie di infiammazioni con genesi differenti: una di tipo macrofagica e una di tipo linfocitaria.

L’infiammazione macrofagica, ovvero quella più antica e ancestrale, si traduce nella produzione di interleuchina 6, interleuchina 1 beta e TNF alfa, le quali sono globalmente concomitanti.
Questo tipo di infiammazione tende ad essere prevalente nei tumori. Invece l’altro tipo di infiammazione ha origine linfocitaria e in particolare in una sottospecie di linfociti T, ovvero i TH17, i quali producono la interleuchina 17 (potentemente infiammatoria) la quale è in grado di indurre una risposta infiammatoria più evoluta e quindi più efficace; agisce inibendo i linfociti T regolatori i quali sono per definizione i linfociti antinfiammatori.
Per cui, per sommatoria algebrica, inibizione più inibizione porta allo scatenamento della malattia autoimmune.

Riassumendo esistono due tipi di infiammazione: una più antica, di tipo macrofagica, che si traduce nella produzione di citochine, in cui è attiva l’IL 6, ovvero quella che dà la febbre, lo stato settico, la vasodilatazione; la seconda consiste nella produzione della IL 17, prodotta dai TH17 la quale attiva una risposta infiammatoria inibendo i linfociti T-REG.
La IL 17 è la principale interleuchina coinvolta nella patologie autoimmuni.

A Preliminary Study on the Correlation between Il-6 And Il-17 Secretions in Human Systemic Diseases: Possible Existence of Two Different Origins of the Inflammatory Response

Lissoni P, et al. Clin Oncol Res J: CORJ-100004



June 17, 2015 Newsletter

Annunciamo la prima edizione di un’importante manifestazione culturale e scientifica sulla medicina di montagna che si svolgerà nella magnifica cornice del Monte Bianco, dal titolo “NUTRISPORT di Montagna”, in programma venerdì 28 e sabato 29 agosto 2015  presso il Centro Congressi di Courmayeur – Aosta.

Il corso è patrocinato dall’Assessorato Sanità della Regione Valle d’Aosta, dal Comune di Courmayeur, dall’Ordine dei Medici della Regione Valle d’Aosta, da EXPO Valle d’Aosta, dall’USL della Regione Valle d’Aosta ed organizzato dalla Dott.ssa Maria Teresa Caselli, responsabile della delegazione di Piemonte e Valle d’Aosta dell’Ordine Nazionale dei Biologi e da Imgep della Dott.ssa Paola Carassai.

Obiettivo dell’evento è mettere in risalto, quanto una sana e corretta alimentazione incida positivamente sulla performance sportiva e riduca infortuni ed incidenti muscolari e la fondamentale importanza ricoperta dalla scelta dell’abbigliamento condizionante il risultato atletico.

Per Info ed Iscrizioni

Delegazione ONB del Piemonte e Valle d’Aosta

Email: onb.piemontevda@libero.it

IMGeP

Email: segreteria@imgep.com

Tel: +39 0258300376

Eventbrite - NUTRISPORT di montagna 2015



May 26, 2015 Newsletter

Oggi vi presentiamo il Comitato Scientifico, scelto e coordinato dal Prof. Di Fede, che gestirà la rivista Zero.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa l’8% dei bambini e il 2% della popolazione adulta, soffre di “reazioni avverse ad uno o più cibi” che si manifestano con sintomi gastrointestinali: dolori addominali, crampi, diarrea, vomito e oggi 7 italiani su 10 non digeriscono il lattosio, mentre un italiano su cento soffre di celiachia».

Le  intolleranze alimentari sono, quindi, sempre più diffuse in Italia e sono un fenomeno in crescita in tutto il mondo. Questi dati, però,  portano a chiedersi il perché dell’aumento di questo fenomeno.Nel secolo scorso il genere umano si è dovuto adattare ad importanti cambiamenti sia ambientali che sociali.
fattori ambientali, che contribuiscono a rendere il fenomeno sempre più diffuso, sono molteplici;  lo  sviluppo della tecnologia agricola e industriale hanno rotto l’ equilibrio della biosfera e i  trattamenti chimici, i concimi, gli ormoni e gli antibiotici con cui viene trattato il bestiame negli allevamenti oltre ad alterare il suolo impoverendolo di sostanze utili, crea un accumulo di sostanze  nocive.

I fattori  sociali riguardano alcuni aspetti tra cui la scelta di abbreviare la durata  del periodo dell’allattamento al seno materno per introdurre il latte artificiale e anticipare lo svezzamento; l’abitudine di  fare uso di prodotti industriali pronti al consumo, e l’introduzione di cibi esotici.Questi cambiamenti ambientali e sociali sono rapidissimi,  mentre quelli genetici sono molto lenti.

Il nostro intestino, dal punto di vista evolutivo,  è un organo antico, che  risale ad almeno 500 milioni di anni fa, e nel suo sviluppo evolutivo ha creato connessioni con il resto dell’organismo  che sono molto profonde e complesse.Il meccanismo di produzione delle difese immunitarie, che ha origine nell’intestino, risente delle  conseguenze di una cattiva alimentazione, di una insufficiente digestione o di carente assimilazione dei nutrienti fondamentali, che  si ripercuotono su tutti gli organi compromettendone le funzioni. I geni antichi da noi posseduti non riconoscono quindi  gli alimenti moderni e  creano “intolleranze” che si manifestano in modo molto diverso da individuo a individuo.

Le intolleranze coinvolgono  il sistema immunitario e sono dovute ad un sovraccarico che deriva dall’ingestione continua di alimenti non ben metabolizzati.
Quando veniamo a contatto con un alimento che il nostro organismo non tollera più gradualmente le funzioni digestive vengono compromesse e i sintomi si possono manifestare anche alcuni giorni dopo il contatto con gli alimenti.  I sintomi, soprattutto, si possono manifestare in modi che non fanno pensare direttamente al cibo ingerito e possono verificarsi fino a 72/96 ore dopo l’ingestione dell’alimento non tollerato.



May 12, 2015 Newsletter

L’8-9 maggio si è tenuto a Torino il congresso “Nutrisport” brillantemente organizzato dalla Dott.ssa Maria Teresa Caselli e dal Dott. Valter Canavero.
Ho partecipato in qualità di relatore con il gruppo IMBIO-IMGEP di Milano diretto dal Prof. Giuseppe di Fede, maestro e amico, e animato dall’instancabile lavoro della Dott.ssa Paola Carassai.
Il titolo della mia relazione è stato: “Infiammazione intestinale e Performance sportiva”, un legame regolarmente trascurato, così com’è normalmente non investigata la disbiosi intestinale di cui è figlia.
Il concetto stesso di disbiosi è legato al Microbiota intestinale, cioè la popolazione batterica che colonizza il nostro intestino per tutta la durata della nostra vita e che, come evidenziano gli studi più recenti in modo inequivocabile, risulta essere determinante nello spostare il rapporto tra salute e malattia a favore di uno o l’altro dei fattori.
Alterare, infatti, la su composizione, mi riferisco ai rapporti presenti tra le 400 specie che affollano il nostro intestino, può causare disturbi che la medicina non classifica come patologie, così come sottolinea il padre della neurogastroenterologia Michael D.Gershon (“Il secondo cervello”, ed. UTET, 2006):

“Gli studi hanno mostrato che oltre il 40% dei pazienti che ricorrono alle cure di un internista lo fanno a causa di problemi gastrointestinali. Metà di questi presenta disturbi FUNZIONALI. Il loro intestino funziona male, ma nessuno sa il perché. Non vi è alcun difetto anatomico o chimico evidente. I medici si irritano. I pazienti che si presentano ai medici con problemi senza soluzione sono percepiti come una minaccia e spesso sono dimessi come affetti da squilibrio mentale, con l’epiteto di rottami bisbigliato alle loro spalle. Sono considerati esempi di protoplasma scadente i cui processi di pensiero nevrotico si riflettono sul loro intestino.
Così il loro intestino si mette a fare i capricci in modo tale da sfidare il meglio che la medicina moderna ha da offrire, che in questo caso è l’ignoranza combinata alla mancanza di compassione”.

Inoltre:

“Oggi, l’alterazione funzionale dell’intestino è un complesso di sintomi che non ha un collegamento con la patologia”.

Il primo ad interessarsi della disbiosi intestinale è stato lo scienziato russo Elie Metchinkoff il quale spese tutta la sua vita nel proposito di assicurare una maggiore longevità al genere umano e, grazie ai suoi studi compiuti presso l’Istituto Pateur, di liberarlo dalle malattie. Il culmine della sua carriera, così totalmente dedicata alla ricerca, venne raggiunto nel 1908 quando fu insignito del premio Nobel per la medicina.
Nel suo testo più conosciuto (“The prolongation of life;optimistic studies”) Metchnikoff ricorda come la cura degli anziani, ancora di più il lavoro preventivo su di essi, rappresenti una conquista dal momento che alla sua epoca si trattava di una visione totalmente nuova.
Lo studio del microbiota e la valutazione della disbiosi intestinale si muovono nel solco tracciato da questo grande scienziato, in cui la medicina non si limita ad attendere supinamente lo svilupparsi della patologia, piuttosto si muove in anticipo captando i segnali di alterazione funzionale del sistema biologico per porre rimedio prima che essi si trasformino in malattia.



April 10, 2015 Newsletter

40 mila nuovi casi di tumore al seno, è il dato agghiacciante che si registra ogni anno in Italia. Questo tipo di cancro è la prima causa di morte per malattia delle donne che vivono nei Paesi industrializzati. È una patologia che fa paura a molte e alle loro famiglie, per questo vi voglio parlare di prevenzione, l’arma più efficace per combattere la malattia. In particolare, vi parlo di un test innovativo per la prevenzione primaria del cancro mammario, in grado di svelare il fattore di rischio e, quindi, di poter adottare tempestivamente delle misure per contrastarlo, l’Estramet.

Come sempre e per quasi ogni aspetto che riguarda la nostra salute, buona parte della prevenzione deve partire dallo stile di vita e dall’alimentazione. Mangiare tanta frutta e verdura e limitare il consumo di cibi grassi e alcool, allontana il rischio di sviluppare il tumore al seno.

Ma ahimè non basta! È stato dimostrato che i fattori di rischio, oltre a uno stile di vita non salutare, sono di tipo genetico/familiare ed endocrini.

I ricercatori hanno scoperto che alla base dello sviluppo della malattia, nelle famiglie dove ha una forte incidenza, c’è una mutazione genetica di due geni identificati come BRCA1(Breast Carcinoma 1) e/o BRCA2 (Breast Carcinoma 2). Questi geni sono alla base dei tumori mammari ereditari.

Non è tutto, il terzo fattore che, secondo medici e ricercatori, provoca l’insorgere del tumore al seno è di tipo ormonale. Cioè, una prolungata esposizione agli estrogeni è determinante per lo sviluppo della malattia. In quest’ottica, le donne con menarca precoce, prima dei 12 anni, e con menopausa tardiva, oltre i 50 anni, corrono un rischio maggiore.

Proprio su quest’ultimo fattore di rischio si è concentrata la medicina negli ultimi tempi. I ricercatori hanno studiato il ruolo degli estrogeni nella formazione del tumore al seno. Le scoperte ottenute sono state in grado di sviluppare un test capace di determinare il fattore di rischio di sviluppare il cancro al seno, l’Estramet.

Non c’è bisogno che vi dica l’importanza di questa scoperta scientifica. Con un semplice esame dell’urina possiamo sapere quanto siamo a rischio e intraprendere delle azioni per modificare il nostro indice di rischio e, quindi, contrastare lo sviluppo della malattia.

Un esempio su come impedire l’insorgere della malattia è semplicemente assumendo una sostanza protettiva naturale, l’indolo3carbinolo, particolarmente presente nelle crucifere: cavolfiori, cavoli e cavoletti di Bruxelles. Questa sostanza da sola è in grado di modificare il metabolismo degli estrogeni.

in collaborazione con Synlab



April 5, 2015 Newsletter

Nuovo attesissimo incontro per l’Istituto di Medicina Biologica con la cittadina di Rovato, nel bel mezzo del paesaggio collinare della Franciacorta, organizzato in collaborazione con la Farmacia San Carlo il 23 aprile alle 20.30 presso la sala intitolata a Monsignor Zenucchini.

Tema della serata l’intolleranza al lattosio e la sensibilità al glutine e l’importanza del fare prevenzione a qualsiasi età. Argomenti che verranno appropriatamente esposti, frutto della quotidiana esperienza professionale, dal Prof. Giuseppe Di Fede e dal Dott. Sacha Sorrentino, rispettivamente direttore sanitario e biologo – nutrizionista di IMBIO ed IMGEP.

Ed è proprio grazie da IMGEP nella figura della dr.ssa Carassai che si riescono ad organizzare questi incontri rivolti al pubblico. Pubblico che giorno dopo giorno è in continuo aumento proprio per le risposte che vengono date presenziando a questi eventi.

Gli eventi sull’argomento, organizzati negli ultimi anni, hanno sicuramente fatto da apri pista ad un’impegnativa opera di sensibilizzazione nei confronti di intolleranze e alimentazione, ma soprattutto su quanto una dieta sana ed equilibrata possa aiutare a star meglio e a reagire più facilmente a tutti gli stress esterni a cui ogni giorno è sottoposto il nostro organismo.

Scarica la locandina Locandina Rovato2015 – A4

 


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