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May 12, 2015 Newsletter

L’8-9 maggio si è tenuto a Torino il congresso “Nutrisport” brillantemente organizzato dalla Dott.ssa Maria Teresa Caselli e dal Dott. Valter Canavero.
Ho partecipato in qualità di relatore con il gruppo IMBIO-IMGEP di Milano diretto dal Prof. Giuseppe di Fede, maestro e amico, e animato dall’instancabile lavoro della Dott.ssa Paola Carassai.
Il titolo della mia relazione è stato: “Infiammazione intestinale e Performance sportiva”, un legame regolarmente trascurato, così com’è normalmente non investigata la disbiosi intestinale di cui è figlia.
Il concetto stesso di disbiosi è legato al Microbiota intestinale, cioè la popolazione batterica che colonizza il nostro intestino per tutta la durata della nostra vita e che, come evidenziano gli studi più recenti in modo inequivocabile, risulta essere determinante nello spostare il rapporto tra salute e malattia a favore di uno o l’altro dei fattori.
Alterare, infatti, la su composizione, mi riferisco ai rapporti presenti tra le 400 specie che affollano il nostro intestino, può causare disturbi che la medicina non classifica come patologie, così come sottolinea il padre della neurogastroenterologia Michael D.Gershon (“Il secondo cervello”, ed. UTET, 2006):

“Gli studi hanno mostrato che oltre il 40% dei pazienti che ricorrono alle cure di un internista lo fanno a causa di problemi gastrointestinali. Metà di questi presenta disturbi FUNZIONALI. Il loro intestino funziona male, ma nessuno sa il perché. Non vi è alcun difetto anatomico o chimico evidente. I medici si irritano. I pazienti che si presentano ai medici con problemi senza soluzione sono percepiti come una minaccia e spesso sono dimessi come affetti da squilibrio mentale, con l’epiteto di rottami bisbigliato alle loro spalle. Sono considerati esempi di protoplasma scadente i cui processi di pensiero nevrotico si riflettono sul loro intestino.
Così il loro intestino si mette a fare i capricci in modo tale da sfidare il meglio che la medicina moderna ha da offrire, che in questo caso è l’ignoranza combinata alla mancanza di compassione”.

Inoltre:

“Oggi, l’alterazione funzionale dell’intestino è un complesso di sintomi che non ha un collegamento con la patologia”.

Il primo ad interessarsi della disbiosi intestinale è stato lo scienziato russo Elie Metchinkoff il quale spese tutta la sua vita nel proposito di assicurare una maggiore longevità al genere umano e, grazie ai suoi studi compiuti presso l’Istituto Pateur, di liberarlo dalle malattie. Il culmine della sua carriera, così totalmente dedicata alla ricerca, venne raggiunto nel 1908 quando fu insignito del premio Nobel per la medicina.
Nel suo testo più conosciuto (“The prolongation of life;optimistic studies”) Metchnikoff ricorda come la cura degli anziani, ancora di più il lavoro preventivo su di essi, rappresenti una conquista dal momento che alla sua epoca si trattava di una visione totalmente nuova.
Lo studio del microbiota e la valutazione della disbiosi intestinale si muovono nel solco tracciato da questo grande scienziato, in cui la medicina non si limita ad attendere supinamente lo svilupparsi della patologia, piuttosto si muove in anticipo captando i segnali di alterazione funzionale del sistema biologico per porre rimedio prima che essi si trasformino in malattia.



April 10, 2015 Newsletter

40 mila nuovi casi di tumore al seno, è il dato agghiacciante che si registra ogni anno in Italia. Questo tipo di cancro è la prima causa di morte per malattia delle donne che vivono nei Paesi industrializzati. È una patologia che fa paura a molte e alle loro famiglie, per questo vi voglio parlare di prevenzione, l’arma più efficace per combattere la malattia. In particolare, vi parlo di un test innovativo per la prevenzione primaria del cancro mammario, in grado di svelare il fattore di rischio e, quindi, di poter adottare tempestivamente delle misure per contrastarlo, l’Estramet.

Come sempre e per quasi ogni aspetto che riguarda la nostra salute, buona parte della prevenzione deve partire dallo stile di vita e dall’alimentazione. Mangiare tanta frutta e verdura e limitare il consumo di cibi grassi e alcool, allontana il rischio di sviluppare il tumore al seno.

Ma ahimè non basta! È stato dimostrato che i fattori di rischio, oltre a uno stile di vita non salutare, sono di tipo genetico/familiare ed endocrini.

I ricercatori hanno scoperto che alla base dello sviluppo della malattia, nelle famiglie dove ha una forte incidenza, c’è una mutazione genetica di due geni identificati come BRCA1(Breast Carcinoma 1) e/o BRCA2 (Breast Carcinoma 2). Questi geni sono alla base dei tumori mammari ereditari.

Non è tutto, il terzo fattore che, secondo medici e ricercatori, provoca l’insorgere del tumore al seno è di tipo ormonale. Cioè, una prolungata esposizione agli estrogeni è determinante per lo sviluppo della malattia. In quest’ottica, le donne con menarca precoce, prima dei 12 anni, e con menopausa tardiva, oltre i 50 anni, corrono un rischio maggiore.

Proprio su quest’ultimo fattore di rischio si è concentrata la medicina negli ultimi tempi. I ricercatori hanno studiato il ruolo degli estrogeni nella formazione del tumore al seno. Le scoperte ottenute sono state in grado di sviluppare un test capace di determinare il fattore di rischio di sviluppare il cancro al seno, l’Estramet.

Non c’è bisogno che vi dica l’importanza di questa scoperta scientifica. Con un semplice esame dell’urina possiamo sapere quanto siamo a rischio e intraprendere delle azioni per modificare il nostro indice di rischio e, quindi, contrastare lo sviluppo della malattia.

Un esempio su come impedire l’insorgere della malattia è semplicemente assumendo una sostanza protettiva naturale, l’indolo3carbinolo, particolarmente presente nelle crucifere: cavolfiori, cavoli e cavoletti di Bruxelles. Questa sostanza da sola è in grado di modificare il metabolismo degli estrogeni.

in collaborazione con Synlab



March 11, 2015 Newsletter

Giornata interamente dedicata alla bellezza quella in programma sabato 28 marzo presso la Imbio Medical Spa, il centro estetico presente all’interno di Imbio l’Istituto di Medicina Biologica di Milano.

Open day del benessere durante il quale professionisti dell’estetica e della medicina daranno dimostrazione pratica di quanto la bellezza, dote effimera e passeggera, vada nutrita e coltivata seguendo i giusti consigli ma soprattutto il parere di esperti del settore.

La giornata sarà così strutturata, in una prima parte verranno esposti i trattamenti offerti dal centro estetico, momento in cui si potrà assistere ad una vera e propria dimostrazione pratica da parte dei professionisti dello staff; al termine della quale sarà possibile ai clienti intervenuti usufruire di un trattamento viso o corpo gratuito, con relativi check up e bia (valutazione della composizione corporea), per poi a questo punto poter scegliere la terapia più giusta grazie al consiglio esperto degli addetti ai lavori.

Tanti i trattamenti disponibili, tra cui Biocell, Radiofrequenza, Pressoterapia ed Endermologie per il rimodellamento della silohuette oppure Bioskin, Radiofrequenza viso ed Ossigenoterapia per il focus viso.

Non lasciarti sfuggire la possibilità di fare qualcosa per te stessa, non perdere questo appuntamento con la bellezza…

Per Info e prenotazioni

Imbio Medical Spa

Via Molino delle Armi, 3

20123 Milano

Tel: 02.58314799 Cell: 392.3880199

 



February 24, 2015 Newsletter

Siamo giunti alla fine di un percorso, a tratti faticoso ma ogni giorno sempre più stimolante, a conclusione del quale possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro svolto.

Naturalmente parlo del format tv “La Salute Vien Mangiando”, progetto in cui ci siamo lanciati qualche mese fa ma a cui non saremmo mai riusciti a dar forma da soli se non avessimo potuto contare sull’estro sempre innovativo della Dott.ssa Paola Carassai, responsabile legale e amministrativo dell’Istituto di Medicina Biologica, sul contributo di tutti i professionisti che ruotano attorno ad Imbio, agli sponsor che come noi hanno creduto e investito in questo progetto, alla Ma Ma srl che ci ha fornito sostegno logistico ed organizzativo da esperti del settore, agli Chef che di puntata in puntata si sono alternati ai fornelli per dimostrarci che la triade bello-buono-sano in cucina funziona davvero e per ultimo un ringraziamento va, non per minore importanza ma perché nostra diretta consulente alimentare e sostenitrice di tutti quegli ideali che quotidianamente alimentano le nostre giornate e ci spingono a lavorare sempre meglio, a Tiziana Colombo nel suo ruolo di inviata speciale a sostegno degli Chef in cucina.

Naturalmente era nostro interesse non limitarci a dare solo pure e semplici nozioni teoriche ma spiegare davvero come mettere in pratica, davanti ai fornelli, quanto consigliato dai professionisti che si sono alternati in studio, in modo che i telespettatori potessero davvero trarre vantaggi da applicare nella vita di tutti i giorni.

Pensiamo, a tal proposito, di poter fare un bilancio positivo di questa esperienza, sperando di aver offerto al pubblico che ci ha seguito in queste settimane, un servizio davvero utile e di essere stati in grado di spiegare in maniera chiara di quanto certe patologie possano essere gestite e perché no anche prevenute con l’aiuto di una corretta ed equilibrata alimentazione.

Vi lasciamo con quello che è il titolo della trasmissione, lo slogan fondamentale di questo progetto e del nostro impegno quotidiano sul lavoro:

LA SALUTE VIEN MANGIANDO…NON DIMENTICATELO MAI!

 



February 23, 2015 Newsletter

Era il 2000 quando i primi risultati sul sequenziale di tutto il DNA umano fu concluso. Furono svelati i segreti di come siamo fatti, a quali malattie siamo predisposti è come possiamo curarci. Ma leggere la sequenza di basi del nostro materiale genetico racconta solo una parte di chi siamo e a cosa siamo predisposti ad avere nel tempo.

È allo stesso modo importante anche sapere come vengono espressi (come funzionano i geni).Oggi sappiamo qualcosa di più al riguardo grazie al Roadmap Epigenomics Project, i cui risultati sono stati pubblicati su riviste del gruppo Nature.

Gli studi in questione descrivono un fattore molto importante che influenza l’attività dei geni, l’epigenomica, ovvero mostrano come, in diversi tipi di cellule umane, il DNA viene letto, il modo cioè in cui una stessa informazione genetica (tutte le cellule di uno stesso organismo hanno lo stesso dna) è usata (espressa) in modo diverso da cellula a cellula.

Ma cos’è l’epigenetica? È come funziona? A cosa serve?

Per epigenetica si intende l’insieme dei fenomeni che stanno al di fuori e al di sopra del DNA e quindi dei geni, che in qualche modo hanno una influenza sull’espressione dell’attività dei geni. Il come è codificato da tutte le modifiche che non alterano la sequenza genetica stessa ma stanno, per così dire, sopra (da qui la parola epigenetica).

Sono modifiche epigenetiche per esempio la metilazione del DNA (l’aggiunta di gruppi metilici alle basi di citosina) o il trasferimento di un gruppo acetile sugli istoni (proteine che legano il dna).
Per rendere meglio l’idea, ogni cellula può esprimere il proprio dnai n modo diverso a seconda del proprio lavoro (se deve essere una cellula cardiaca sarà diversa da un neurone), proprio come una stessa orchestra può suonare un pezzo in molti modi diversi.

I numerosi risultati pubblicati su Nature raccontano quindi di queste diverse sinfonie, suonate dalle cellule, scoperte analizzando campioni di tessuto embrionali (in fase di sviluppo e differenziazione) e adulto. Si scopre così, per esempio, che la trasformazione da staminali a cellule neuronali è orchestrata da specifici processi di metilazione, e più in generale la differenziazione delle cellule staminali è influenzata dalle modificazioni della cromatina (l’insieme del dna e delle proteine attaccate a esso), che influenza a sua volta il pattern di espressione genica.

Ma l’analisi epigenomica condotta dal gruppo di ricercatori, ha anche mostrato che l’epigenoma di una cellula cancerosa si porta dietro le impronte del tipo cellulare da cui ha avuto origine. O ancora: alterazioni epigenomiche nelle cellule del giro cingolato (un gruppo di cellule nervose che formano una regione specifica del cervello) potrebbero avere un ruolo nella sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Lo studio dell’epigenomica quindi potrebbe aprire le porte alla comprensione dell’origine delle malattie, e al tempo stesso alla comprensione di come gli stili di vita influenzino il nostro genoma.Le modifiche epigenetiche infatti sono in parte ereditarie, come i geni stessi, in parte dipendono dalle condizioni ambientali, quali la dieta delle mamme durante la gravidanza.

Concludendo, da queste osservazioni e conferme da parte dei ricercatori, possiamo affermare che siamo di fronte ad un punto di svolta per quanto riguarda la nutrizione e come questa sia in grado di influenzare l’attività dei geni, che a Loro volta si metteranno al lavoro, influenzando la salute o la possibile Malattia.

La nutrigenomica, da anni è al sevizio della medicina il cui scopo è quello di attivare programmi nutrizionali personalizzati che possono influenzare la salute e preventive le malattie.



February 13, 2015 Newsletter

Come sempre avviene alla fine di ogni avventura, ci si ferma un attimo a fare il punto della situazione e valutare ciò che si è visto e vissuto.Di conseguenza anche in questa circostanza, dato il grande valore dell’evento in questione, era doveroso rendere in parole l’esperienza.

Mi riferisco alla nostra partecipazione insieme a Il Mondo delle Intolleranze e alla nostra collaboratrice Tiziana Colombo ad Identità Golose 2015, congresso internazionale di Chef, giunto alla sua undicesima edizione.

Evento di spicco del settore gastronomia e ristorazione, all’interno del quale vengono presentati i prodotti d’eccellenza delle aziende alimentari di casa nostra e non solo, ma soprattutto Chef di caratura mondiale mettono in mostra tutta la personale vena artistica nella creazione di piatti d’avanguardia.

Un vero spettacolo di colori, qualità degli alimenti selezionati e sperimentazione ai fornelli, quello che si presenta agli occhi di addetti ai lavori, stampa internazionale e semplici appassionati di cucina e buon cibo.

Negli ultimi anni lo staff organizzativo di Identità golose, magistralmente gestito dal patron della manifestazione Paolo Marchi, adeguandosi a quelle che sono le nuove realtà dell’alimentazione e alle sempre più numerose esigenze del settore, ha ritenuto opportuno inserire anche quest’anno al suo interno un nuovo spazio che presta attenzione al mondo delle intolleranze e al suo intento di rendere piatti belli, colorati e anche sani.

Questa particolarità non poteva di certo mancare ad un evento d’eccellenza qual è Identità Golose, il cui focus principale è inseguire la qualità, passando per l’innovazione più sfrenata e audace modernità.  



January 26, 2015 Newsletter

Ricevere ogni giorno nuove conferme per il lavoro svolto, a dimostrazione che la passione e la dedizione che ogni giorno rivolgiamo ai nostri pazienti, alla fine viene premiata. Sta crescendo quotidianamente l’interesse nei confronti delle intolleranze alimentari e di quelli che sono i dettami che regolano il rapporto tra benessere e alimentazione. Questo dimostra quanto la salute, sotto tutti i punti di vista, continui a ricoprire un ruolo importante in una scala d’interesse.

Qui di seguito un bellissimo articolo che ci hanno dedicato

http://www.tuttofablogger.com/imbio-tra-le-eccellenze-italiane-medicina-biologica/



December 12, 2014 Newsletter

Il Licopene è una sostanza antiossidante della famiglia dei carotenoidi (pigmenti di colore giallo-arancio-violetto) presente in alcuni cibi vegetali. Gli studi scientifici hanno dimostrato che tale sostanza ha notevole efficacia contro l’invecchiamento cellulare, malattie cardiovascolari e tumori. Il pomodoro sicuramente è l’alimento che ne contiene in maggiori quantità; altre fonti sono senza dubbio il pompelmo rosa, l’arancia rossa, le carote, le albicocche, l’anguria, la papaya e il melone. Tanto più l’alimento si avvicina al rosso intenso, tanto maggiore è il contenuto di licopene. L’organismo immagazzina questa sostanza nelle ghiandole surrenali, nel fegato, nei testicoli, nella mammella e nella prostata; sono questi quindi i primi organi a subire le conseguenze di un suo deficit.

Come detto in precedenza il licopene ha una spiccata attività antiossidante, ovvero è in grado di combattere i radicali liberi, un gruppo di sostanze responsabili di numerose malattie. Gli studi hanno evidenziato come il licopene si associ ad una riduzione di tumori come il cancro alla prostata, all’apparato digerente, all’utero e alla mammella. Una corretta assunzione di licopene è correlata ad una diminuzione di malattie cardiovascolari, in quanto evita l’accumulo di grassi nelle arterie, contrastando il colesterolo cattivo (LDL). Il licopene non può essere prodotto nell’organismo in modo indipendente, pertanto serve introdurlo con la dieta e mangiare alimenti che lo contengono; ciò è molto utile anche per la pelle che si mantiene in stato di salute (protetta anche dai raggi UV) grazie a sostanze antiossidanti come il licopene. Sempre grazie alle sue proprietà antiossidanti, il licopene protegge l’organismo anche da malattie neurologiche quali l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.

Risulta quindi opportuno un regolare apporto di licopene, le sue notevoli proprietà possono dare benefici all’organismo a 360 gradi.



November 3, 2014 Newsletter

L’intolleranza al glutine recentemente è diventata oggetto di studio da parte della comunità scientifica internazionale. I numeri dei soggetti che si scoprono celiaci è in continua aumento, si stima che 1 persona su 100 sia celiaca. Ma come mai questo fenomeno è in continuo aumento? Per rispondere a questa domanda, bisogna fare un passo indietro.

Prima di tutto dobbiamo fare un distingua tra celiachia e intolleranza al glutine.

La celiachia è un’intolleranza al glutine e a tutti i derivati dalle farine, geneticamente determinata con produzione di anticorpi che aggrediscono il glutine, causando una distruzione della mucosa dell’intestino tenue. L’unica terapia possibile è la privazione dalla dieta del grano e dei derivati dal frumento (pane, pasta, prodotti da forno, solo per citarne alcuni).

L’intolleranza al glutine è stata recentemente sdoganata grazie ad una consensus conference di Londra nel marzo del 2011. Ricercatori, gastroenterologi di tutto il mondo si sono riuniti e hanno tracciato le linee guida per la ricerca e la diagnosi di reazioni avverse, legate al glutine, di tipo non celiaco.

A questo punto dobbiamo chiederci: ma quali sono i sintomi? Possiamo fare una diagnosi precoce?

Spesso i sintomi tra celiachia (CD) sensibilità al glutine (GS) sono sovrapponibili; i più comuni sono:alterazione dell’alvo, stipsi o scariche di dissenteria, dermatite ruvida e secca, afte orali ricorrenti, infezioni virali recidivanti (herpes, mononucleosi) tendenza al diabete, oppure il diabete di tipo uno precede la celiachia, disturbi neurologici (epilessia, ipercinesi, fino al decadimento cognitivo), aborti ripetuti e difficoltà nel concepimento. Anche chi pratica sport, noterà una difficoltà ad aumentare la massa muscolare, anzi più si allena e meno risultati otterrà sulla performance.

Come si può notare i sintomi sono tanti e non di univoca interpretazione, il medico clinico dovrà mettere a disposizione la propria abilità nel ricercare ed evidenziare la sintomatologia per poter procedere alla diagnosi corretta.

Quali esami sono disponibili per al diagnosi di celiachia e sensibilità al glutine?

Per la celiachia, la positività di anticorpi anti transglutaminasi è determinante, accompagnata da positività degli anticorpi anti gliadina, anti endomisio, e per finire la gastroduodenoscopia, con l’evidenza della lesione della mucosa, con appiattimento dei villi. La sensibilità al glutine ha soltanto una positività degli anticorpi anti gliadina, e la positività al test ALCAT che mostra una reazione di intolleranza al glutine di grado medio – alto, dove la sospensione del glutine e l’applicazione di una dieta a rotazione, porta ad un miglioramento dei sintomi clinici.

In pratica il test ALCAT per la ricerca di intolleranze alimentari e la positività di una quota di anticorpi sono determinanti per fare diagnosi di sensibilità al glutine.

Il test genetico per la ricerca di una possibile predisposizione alla celiachia è un test che possiamo includere nel percorso diagnostico, poiché ci aiuta a confermare o smentire eventuali predisposizioni allo sviluppo di celiachia o sensibilità al glutine. Il test genetico non è invasivo e può essere fatto a tutte le età.



July 7, 2014 Newsletter

Esiste un legame tra pesticidi e autismo? L’ambiente esterno, secondo i sospetti di numerosi scienziati e ricercatori, influenza lo sviluppo del feto, durante i primi mesi di gestazione, fino a condizionare le caratteristiche di quando sarà adulto.

Nello specifico, i ricercatori dell’UC Davis MIND Institute hanno analizzato il rapporto tra vita rurale e uso di pesticidi nell’agricoltura e autismo. Lo studio ha rivelato che, il rischio di avere un bambino affetto da autismo o da un altro ritardo dello sviluppo aumenta di oltre il 60% per le donne che vivono nelle vicinanze di campi e fattorie in cui si utilizzano pesticidi chimici. Lo studio,  pubblicato su Environmental Health Perspectives, ha mostrato, inoltre, come questo collegamento aumenti quando l’esposizione ai pesticidi avviene tra il secondo e il terzo trimestre della gravidanza.

In diverse zone della California, gli scienziati hanno analizzato l’associazione tra l’esposizione durante la gravidanza a specifiche classi di pestidici, tra cui organofosfati, piretroidi e carbammati, e una diagnosi di ritardo dello sviluppo o autismo nella prole. Lo studio confermerebbe i risultati di ricerche precedenti in merito alla relazione tra la nascita di un bambino autistico e l’esposizione prenatale ad agenti chimici, usati per l’agricoltura in California. Anche se i ricercatori devono ancora scoprire se alcuni sottogruppi sono più vulnerabili all’esposizione a questi composti rispetto ad altri, il messaggio è chiaro: le donne incinte dovrebbero evitare a tutti i costi il contatto con gli agenti chimici usati per l’agricoltura.

La ricerca ha evidenziato che ci sono diverse classi di pesticidi utilizzati più di frequente vicino alle zone in cui risiedono madri i cui bambini sono affetti da autismo o da ritardi. L’esposizione agli insetticidi, secondo i ricercatori, potrebbe essere dannosa durante la gestazione perché il cervello del feto, ancora in via di sviluppo, è più vulnerabile a quello di un adulto. Questi pesticidi contengono neurotossine, e l’esposizione in utero potrebbe disturbare lo sviluppo strutturale dei neuroni, determinando così alterazioni nei meccanismi di eccitazione e inibizione che governano l’umore, l’apprendimento, le interazioni sociali e il comportamento.

Lo studio enfatizza, inoltre, l’importanza dell’alimentazione materna durante la gravidanza, raccomandando soprattutto l’utilizzo di vitamine prenatali per diminuire il rischio di avere bambini affetti da autismo. Una dieta materna corretta, prima del concepimento, aiuta a creare le condizioni favorevoli per il futuro impianto e sviluppo del feto. Un’ alimentazione controllata e bilanciata, consente anche di prevenire malattie, carenze nutrizionali, allergie e intolleranze alimentari da adulto. Un controllo genetico per concepimento, sulla madre, può indirizzare un corretto stile di vita e soprattutto una corretta alimentazione, in modo da non causare o amplificare deficit nutrizionali importanti, per il feto e la madre.

Riferimenti: Environmental Health Perspectives doi: 10.1289/ehp.1307044


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