Le afte ricorrenti possono essere sintomo di altre patologie. Cosa sono le afte? Come possiamo prevenirle?
L’afta è un’ulcerazione delle mucose della bocca che può essere di dimensioni più o meno grandi, e può comparire isolata o in più punti.
Il disturbo che vede la comparsa di afte è chiamato aftosi o stomatite aftosa. Le lesioni possono comparire in diversi punti della bocca: sulle gengive, sopra o sotto la lingua, sul palato, sulle labbra o in prossimità delle tonsille.
L’aftosi è un fenomeno molto diffuso e fastidioso, soprattutto se frequente. Infatti le afte tendono a dare dolore durante il consumo di cibi e bevande e, nonostante spesso guariscano da sole, diventano un disturbo noioso, soprattutto se recidivante.
Alimentazione, sistema immunitario indebolito o intolleranze alimentari possono essere la causa delle afte ricorrenti. Come posso prevenire le afte?
Le afte tendono a comparire quando c’è una situazione infiammatoria generale: questa può essere causata da molti fattori, come patologie, una depressione del sistema immunitario, agenti esterni, disbiosi, oppure si può avere un’infiammazione causata dal cibo stesso.
Spesso inoltre, periodi di stress e stanchezza particolari facilitano la formazione di afte.
La comparsa delle afte è spesso correlata con il cibo che assumiamo: possiamo trovarci in una situazione di infiammazione intestinale che non permette il corretto assorbimento di alcuni nutrienti; oppure semplicemente stiamo seguendo una dieta non adeguata ai nostri fabbisogni.
Ad esempio, chi soffre di afte spesso è carente in ferro, folati, vitamina B6, vitamina B12 e vitamina D rispetto a chi non manifesta questo disturbo. In aggiunta, un ridotto apporto di frutta e verdura fresca e il mancato introito di carboidrati integrali o legumi possono peggiorare una situazione di disagio intestinale.
L’aftosi può anche essere collegata con una sensibilità al glutine o una celiachia nascosta.
Cosa fare in caso di afte e quali sono possono essere le cause nascoste?
Controllare l’infiammazione generale è sicuramente un’ottima strategia per ridurre la stomatite aftosa.
La riduzione dell’infiammazione indotta da alimenti in questo caso è fondamentale e, a questo proposito, può tornare utile un test che vada a verificare eventuali intolleranze alimentari.
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Si può approfondire la questione della celiachia con un test genetico che indaga un’eventuale alterazione nei geni del DQ2/DQ8: in questo modo si può capire se c’è una mutazione completa o parziale o una predisposizione a sviluppare celiachia. In questo caso sarà opportuno regolarsi con il consumo di alimenti contenenti glutine.
Inoltre, un esame specifico delle urine può chiarire la possibilità di un’eventuale disbiosi, indice di un equilibrio alterato a livello del microbiota, che può essere una delle cause per cui si formano afte recidivanti.
Sicuramente una dieta equilibrata e un giusto apporto di fibra, alimenti anti-infiammatori e vegetali freschi possono essere un buon modo per combattere il disturbo, così come in alcuni casi può essere ottimo utilizzare probiotici specificie integrare correttamente con vitamina D.
Anche una carenza di vitamina B12 può causare aftosi: questa vitamina si trova solo in alimenti di origine animale, per cui chi segue una dieta vegana (quindi totalmente priva di prodotti di origine animale) potrebbe incorrere in questo disturbo.
Ogni caso, comunque, va valutato attentamente e deve essere affrontato in maniera specifica con l’aiuto di uno specialista. È opportuno rivolgersi a chi di competenza, fare le giuste indagini e curare la stomatite aftosa recidivante a partire dalla causa e non dal sintomo.
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Dott.ssa Giulia Aliboni
Biologo nutrizionista