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Molti disturbi ricorrenti e fastidiosi possono essere causati da un’intolleranza alimentare. Come capire se soffro di intolleranze alimentari?

Se vi capita di soffrire frequentemente di disturbi generali, ma ricorrenti come gonfiore, stipsi, cefalea e stanchezza cronica potreste essere soggetti ad una intolleranza alimentare.

Spesso questi sintomi si protraggono per anni, con più o meno intensità, senza trovare alcun rimedio mediante diversi approcci terapeutici e non si pone l’attenzione al fatto che tutto potrebbe essere la conseguenza di un’intolleranza ad un alimento che per il nostro organismo è nocivo.

L’intolleranza alimentare è una reazione avversa causata dall’eccessivo consumo di una sostanza, in questo caso un cibo o una categoria alimentare.

Qual’è la differenza tra intolleranza alimentare e allergia?

Capire il meccanismo delle intolleranze alimentari non è semplice. Prima di tutto è bene dire che c’è notevole differenza tra le intolleranze e le allergie.

Le allergie sono reazioni mediate da anticorpi (immunità innata) che si attivano in acuto e nell’immediato. I sintomi di un’allergia si sviluppano in pochi secondi o minuti dall’assunzione dell’alimento.

Le intolleranze possono essere considerate come una via alternativa delle allergie, caratterizzata da un’altra componente del sistema immunitario (immunità cellulare) che si sviluppa nel tempo. Quando i cibi in questione sono assunti con molta frequenza, si crea un accumulo di sostanze, la cui cronicizzazione porta allo sviluppo di vari disturbi.

In prima battuta è l’intestino l’organo coinvolto in questo processo, che a sua volta coinvolge il sistema immunitario e scatena le reazioni infiammatorie.

L’attività infiammatoria si riversa poi nel sistema circolatorio, andando a creare uno stato di infiammazione nel tempo in più distretti dell’organismo. Per questi motivi le intolleranze alimentari possono essere nominate come “allergie alimentari ritardate” e la sintomatologia correlata è ad ampio raggio.

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Perché sono intollerante a un alimento?

Le cause delle intolleranze alimentari possono essere molteplici e spesso sono difficili da definire.
Le intolleranze alimentari sono reazioni che, nella maggior parte dei casi, dipendono dalla suscettibilità individuale ad alcuni componenti sani e biologicamente non nocivi di per sé, ma ingeriti troppo frequentemente con la dieta.

Si possono distinguere diverse situazioni alla base del quadro clinico delle intolleranze.

Quali sono le intolleranze più comuni?

Tra i vari tipi di intolleranze, ci sono in particolare quelle enzimatiche, causate dalla carenza degli enzimi necessari per digerire correttamente un alimento; il soggetto quindi non si è potuto adattare alla presenza nella dieta di quel determinato alimento.

L’esempio più noto e ricorrente è il deficit di lattasi nell’intestino che è comporta essenzialmente una carente attività di degradazione del lattosio. È una forma di incapacità più o meno grave di digerire il lattosio, zucchero del latte.

La causa è dovuta alla scarsa presenza dell’enzima lattasi che si trova di solito espresso al livello dell’intestino. Il suo compito è quello di scindere il lattosio nelle sue componenti più semplici (glucosio e galattosio) per permetterne il suo corretto assorbimento.

I sintomi associabili all’intolleranza al lattosio sono numerosi:

  • dolori addominali
  • nausea
  • vomito
  • pesantezza di stomaco
  • stanchezza
  • mal di testa
  • digestione lenta
  • coliche
  • diarrea
  • stitichezza
  • meteorismo e flatulenza
  • insonnia
  • prurito e irritazioni cutanee

Questi sintomi compaiono dopo aver mangiato alimenti che contengono lattosio, ma possono cambiare da un soggetto all’altro, in quanto dipendono dalla gravità dell’intolleranza e da quanto latte o derivato è stato ingerito.

L’intolleranza al lattosio può essere genetica o acquisita in età adulta

Ci sono diverse forme di intolleranza al lattosio.

La forma più frequente di intolleranza al lattosio è per lo più genetica, quindi ereditabile e ciò significa che in una famiglia ci sono uno o più membri che presentano tale intolleranza.
L‘intolleranza genetica al lattosio porta ad avere una produzione inferiore ed in certi casi assente dell’enzima, tale per cui l’incapacità di digerire il lattosio ne diventa una conseguenza. Si può presentare in età precoce (pediatrica) con lo svezzamento del bambino con il latte di mucca che contiene ovviamente il lattosio.

Esiste anche una tipologia acquisita, tipica dell’adulto ed è correlata ad altre patologie acute, come infezioni ed infiammazioni (colite, morbo di Chron, enteriti, etc.).
L’intolleranza al lattosio acquisita in età adulta può regredire con la risoluzione della patologia originaria. Si può parlare di diversa espressione dell’enzima lattasi, andiamo da un’ipoespressione alla totale mancanza dell’enzima.

Chiaramente l’entità del deficit è correlato alla sintomatologia del paziente intollerante e alla tipologia di eventuale mutazione del gene della lattasi. Una mutazione parziale “in eterozigosi” porta ad un parziale mantenimento dell’attività enzimatica, con una mutazione completa “in omozigosi” l’attività è assente.

Si può “guarire” dall’intolleranza al lattosio?

Il metodo migliore per risolvere la problematica è in questo caso una dieta ad esclusione, rimuovendo dall’alimentazione il lattosio e tutti i cibi che lo possono contenere (attenzione quindi alle etichette).

In alcuni casi, è possibile somministrare al paziente intollerante l’enzima mancante. Questo avviene attraverso l’utilizzo di integratori che, presi prima dei pasti, possono agire sul lattosio digerendolo e sostituendo così l’enzima mancante. E’ comunque consigliabile attuare questa strategia in maniera sporadica e al bisogno e sotto il consiglio di un medico specializzato.

In alcune forme secondarie con blanda manifestazione clinica è possibile “allenare” progressivamente e gradualmente l’intestino all’esposizione del lattosio con piccole somministrazioni di alimenti contenenti lattosio e con frequenza da tarare nel tempo con un piano nutrizionale adeguato.

Latte e calcio, i miti da sfatare

Negli anni si sono creati allarmismi sul fatto che la rimozione di latte e derivati possa comportare una carenza di calcio, minerale fondamentale per le ossa e non solo.

È bene dire che le caratteristiche del latte portano in realtà a creare uno stato acidosi che inibisce l’assorbimento del calcio e per di più in molte forme di infiammazioni intestinali, derivati da forme colitiche.

Ad esempio l’irritabilità della mucosa intestinale crea un difficoltoso assorbimento di molti micronutrienti e oligoelementi tra cui il calcio. In tali situazioni il latte diventa benzina sul fuoco.

Dal punto di vista pratico è importante segnalare che ormai, nei vari supermercati, esistono numerosi prodotti senza lattosio: dal latte ai formaggi, dal burro allo yogurt, insomma ogni derivato ha la sua forma delattosata.

Il lattosio viene utilizzato anche come conservante

Se in prima battuta risulta semplice pensare ed individuare i cibi che contengono lattosio, è opportuno precisare che tale zucchero possiede anche attività di conservante quindi può essere presente in prodotti non propriamente come primo pensiero derivanti dal latte.

Insaccati, surgelati di vario tipo, merendine sono alcuni esempi, quindi attenzione alle etichette.
Dal punto di vista della palatabilità non ci sono grandi differenze con i medesimi prodotti contenenti lattosio, ma ovviamente ne trae beneficio in primis il nostro intestino e di conseguenza tutto l’organismo.

È importante quindi in casi di sintomi prima citati ipotizzare una sensibilità alimentare, facendo in primis attenzione ai latticini, uno dei capisaldi dell’alimentazione mediterranea, ma in molti casi fonte di infiammazione.

Nei casi di ipersensibilità al lattosio è bene ridurre il consumo di latticini e sostituirli con prodotti equivalenti senza lattosio. Dopo aver verificato con un test specifico la presenza di un’intolleranza (ed aver escluso l’allergia) è consigliato sottoporre la lettura del test ad un professionista che possa indicarci un piano nutrizionale adeguato alle nostre esigenze e personalizzato.

Chiedi ai nostri biologi nutrizionisti

Affidarsi ad un professionista è sicuramente un valido strumento per migliorare il proprio stato di salute, con conseguente miglioramento della qualità della vita.

 

Dott. Alessio Tosatto

Biologo Nutrizionista

Riferimenti:  Intolleranze alimentari, intolleranza al lattosio, lattosio
Redattore: Dott. Alessio Tosatto

 



January 21, 2020 EventiUncategorized

Non solo intolleranze alimentari

Siamo lieti di invitarvi all’ open day intolleranze Giovedì 30 gennaio presso l’istituto Frontis di Roma

Alcuni dei temi dell’Open Day saranno i sintomi correlati alle intolleranze, come scoprire se siamo intolleranti e come affrontare questi disturbi.

Per l’occasione, a tutti i partecipanti verrano offerte:

  • una consulenza specialistica gratuita
  • una promozione esclusiva su tutti i test di intolleranze

Vi aspettiamo giovedì 30 gennaio, presso l’istituto di medicina del Benessere Frontis in via dei Prati Fiscali, 215 – Roma

Per informazioni e registrazioni:
Tel. 06-88640.002



April 5, 2015 Newsletter

Nuovo attesissimo incontro per l’Istituto di Medicina Biologica con la cittadina di Rovato, nel bel mezzo del paesaggio collinare della Franciacorta, organizzato in collaborazione con la Farmacia San Carlo il 23 aprile alle 20.30 presso la sala intitolata a Monsignor Zenucchini.

Tema della serata l’intolleranza al lattosio e la sensibilità al glutine e l’importanza del fare prevenzione a qualsiasi età. Argomenti che verranno appropriatamente esposti, frutto della quotidiana esperienza professionale, dal Prof. Giuseppe Di Fede e dal Dott. Sacha Sorrentino, rispettivamente direttore sanitario e biologo – nutrizionista di IMBIO ed IMGEP.

Ed è proprio grazie da IMGEP nella figura della dr.ssa Carassai che si riescono ad organizzare questi incontri rivolti al pubblico. Pubblico che giorno dopo giorno è in continuo aumento proprio per le risposte che vengono date presenziando a questi eventi.

Gli eventi sull’argomento, organizzati negli ultimi anni, hanno sicuramente fatto da apri pista ad un’impegnativa opera di sensibilizzazione nei confronti di intolleranze e alimentazione, ma soprattutto su quanto una dieta sana ed equilibrata possa aiutare a star meglio e a reagire più facilmente a tutti gli stress esterni a cui ogni giorno è sottoposto il nostro organismo.

Scarica la locandina Locandina Rovato2015 – A4

 



March 24, 2015 Newsletter

Se cercate un degno sostituto al latte vaccino che non contenga né lattosio glutine, vi consiglio di provare il latte di miglio, un’ottima soluzione per garantire al vostro organismo un apporto di proprietà nutritive paragonabili a quelle del latte vaccino senza, però, incorrere nel rischio di reazioni allergiche. Non solo, consumatelo con serenità anche se avete problemi di colesterolo e di diabete.

Un vantaggio comune a tutto il latte di origine vegetale è l’assenza di colesterolo, e il latte di miglio non è da meno. Un ottimo alleato, quindi, per chi lotta contro il colesterolo alto, grazie anche alla grande quantità di lecitina e di colina contenuto.

Proprietà, invece, unica, che condivide solo con il latte di avena, è la capacità di controllare il diabete. Secondo alcuni studi il latte di miglio contiene un particolare enzima in grado di aiutare il nostro corpo a eliminare i grassi. È, infatti, risaputo che legumi e cereali, essendo carboidrati complessi, hanno un ruolo importante nella cura e nella prevenzione del diabete.

Dunque, il latte di miglio è indicato per le persone che soffrono di celiachia, intolleranza al lattosio, diabete e colesterolo alto e non è consigliato a chi ha problemi con l’intolleranza al nichel.

Dovrebbero però tenerlo in considerazione e aggiungerlo o sostituirlo, anche per brevi periodi, anche chi non soffre di nessun di questi disturbi. Il latte di miglio ha, infatti, diverse qualità nutrizionali. Ad esempio, è ricco di vitamine del gruppo B, soprattutto la B6, ed anche sali minerali come zinco, magnesio, potassio, calcio e ferro.

Il miglio è un cereale alcalinizzante. Ciò significa che consumandolo, anche sottoforma di latte, assorbiamo le tossine acide che si accumulano con una dieta sbilanciata, troppo ricca di alimenti acidificanti, come uova, carne, alimenti raffinati o fermentati. Il consumo di latte di miglio, insomma, aiuterebbe il nostro organismo a ristabilire il livello ottimale di PH.

Questa sua caratteristica andrebbe a beneficio del buon funzionamento di milza, stomaco e pancreas e, sicuramente, aiuterebbe tutti quelli che soffrono di acidosi. Inoltre, è facilmente digeribile e non irrita l’intestino, può essere, dunque, ben tollerato anche per chi soffre di colite o ulcere; per i quali l’assunzione di latte di mucca, certo, non giova.

Il latte di miglio non è molto diffuso, lo troverete sicuramente nelle farmacie e nei negozi specializzati. Il suo sapore naturalmente dolce lo rende perfetto per essere consumato a colazione, magari col caffè, oppure per la preparazione di deliziosi dolci senza glutine.

 



March 17, 2015 Newsletter

Ritorna il format tv “La Salute Vien Mangiando”,il frutto della ormai consolidata e preziosa esperienza del Prof. Di Fede e della dott.ssa Paola Carassai, due stimati professionisti in campo medico. 17 milioni di persone in Europa soffrono di qualche forma d’intolleranza alimentare. Significa che un numero altissimo d’individui, ogni giorno, deve fare attenzione a quello che mangia e che beve, per evitare di scatenare una serie di disturbi e fastidi di varia natura.

Un dato incredibile che da solo basta a spiegare la determinazione che ci guida a trovare nuovi modi per arrivare a tutti e diffondere quelle “buone pratiche alimentari” che rendono la vita di un soggetto che soffre d’intolleranza alimentare un po’ meno difficile.

Questi sono i dati confermati per le nuove messe in onda:

  • ODEON Nazionale Canale 177 e 5177 su Martedi ore 19:20
  • RTI CALABRIA CANALE 12 Domenica 12:30 e in replica il mercoledì 12:30 e il venerdì 16:30
  • TVRS MARCHE Canale 111 DTT  Lunedì alle 22,15    /  Domenica ore 20,15
  • QUARTA RETE Piemonte: Domenica  alle 19:15

Queste sono le pillole che andranno in onda nelle prossime settimane e i protagonisti:

PUNTATA 1 :   Intolleranze alimentari –  Ospiti: Dott. Di Fede – Dott. Alessio Tosatto
PUNTATA 2 :   Benessere Intestinale –  Ospiti: Dott.ssa Aymerich – Dott. Stimolo
PUNTATA 3 :   Genetica  –  Ospiti: Dott.ssa Barbieri Jessica – Dott. Sacha sorrentino
PUNTATA 4 :   Intolleranza al lattosio –  Ospiti:  Tiziana Colombo – Dott.ssa Barbieri
PUNTATA 5 :   Parliamo di Olio  –  Ospiti: Dott.Tosatto – Antonio Roversi – Antonella Roversi
PUNTATA 6 :   Benessere intestinale –    Ospiti: Dott. Orlandoni
PUNTATA 7 :   Intolleranza al nichel –  Ospiti: Stefano Quirici  – Tiziana Colombo
PUNTATA 8 :   Intolleranze in cucina –     Ospiti: Roberto Carcangiu   –  Sonia Re  di Apci
PUNTATA 9 :   Parliamo di olio con Olitalia –     Ospiti: Dott.ssa Daniela Natale – Tano Simonato
PUNTATA 10 : Lattosio  –  Ospiti: Dott. Sorrentino   – Giovanni Minelli  di Malandrone 1477
PUNTATA 11 : Intolleranza al nichel –  Ospiti: Dott.ssa Barbieri – Tiziana Colombo
PUNTATA 12:  L’esperienza personale di Tiziana Colombo con la Dr.ssa Carassai


February 20, 2015 NewsletterRASSEGNA STAMPA
Vi presento la nuova rubrica che terrà il Prof. Di Fede sulla rivista Italia a Tavola. Parlerà di salute e benessere, alimentazione e nutrigenomica. Il primo articolo tratta una delle intolleranze che colpisce maggiormente la popolazione mondiale: l’intolleranza al lattosio
La diagnosi di intolleranza al lattosio, si può fare sin dai primi giorni di vita, grazie alle nuove procedure diagnostiche; i vantaggi del risultato corrispondono a benefici in termini di salute da parte del paziente

Il latte è un componente fondamentale della dieta dei Paesi occidentali e la sua tollerabilità da parte dei diversi individui non è assoluta. Alcuni soggetti suscettibili dopo l’introduzione di latte, in forme diverse, lamentano la comparsa di sintomi addominali che scompaiono con l’astensione dall’assunzione dell’alimento stesso e la cui intensità generalmente varia in funzione della quantità di latte assunto configurando il quadro di intolleranza al lattosio o deficit di lattasi, l’enzima che serve alla digestione del lattosio stesso.

leggi l’articolo



October 28, 2014 Newsletter

Dopo la prima uscita dedicata al Nichel, impariamo a conoscere e combattere a suon di ricette l’intolleranza al lattosio con l’aiuto del Prof. Di Fede, della drssa Jessica Barbieri e da me.

Un aiuto concreto per chi sta vivendo un problema troppo spesso sottovalutato: perché le difficoltà non finiscono al momento della diagnosi. Lo so bene io che ho trasformato un limite in una possibilità, raccogliendo in questo volume tutte le risorse utili a tavola per chi come me soffre della carenza dell’enzima necessario a digerire gli zuccheri presenti nel latte e nei suoi derivati: informazioni, consigli, esperienze e soprattutto… ricette!

Sfogliate e gustate i 99 piatti creati da me, da foodlovers e da tanti amici Chef di fama internazionale coinvolti in un progetto unico: vivere l’intolleranza al lattosio non più come limite, ma come possibilità di sperimentare nuovi sapori.

Non resta che partire insieme in un viaggio nel Mondo delle Intolleranze, con un volume che racchiude in sé il problema e la sua soluzione: nella cucina come nella vita, quando la ami non c’è niente e nessuno che possa indurti a rinunciarvi!

Oltre alle ricette di Tiziana troverete ricette di:

Luca Mauri, Alessandra Barbone, Antonella Rossi, Enrico Bartolini, Andrea Bevilacqua, Claudia Livia Biondini, Massimo Cairati, Antonino Cannavacciuolo, Michele Cannistrano, Giuseppe Capano, Fabio Silva, Isa Mazzocchi, Laura Ghezzi, Massimo Livan, Federico Mattavelli, Matteo Scibilia, Aurora Mazzucchelli, Antonino Messina, Micol Pisa, Milly Callegari, Carlo e Loris Molon, Giancarlo Morelli, Luca Mozzanica, Nunzia Bellomo, Davide Oldani, Armando Palmieri, Roberto Maurizio, Sandro Romano, Almerindo Santucci, Sara Preceruti, Marco Scaglione, Gaetano Simonato,Daniele Zennaro, Robbie Pezzuol

Sono da  da sempre convinta che la cucina sia veicolo di passione e umanità, e non mi sono arresa dopo la diagnosi di intolleranza al nichel e al lattosio. Oggi www.nonnapaperina.it è un blog di riferimento nel mondo delle intolleranze e la mia presenza è richiesta nelle più grandi manifestazioni enogastronomiche italiane. Si perpepisce che il problema delle intolleranze sta crescendo a vista d’occhio.

Il volume dedicato all’intolleranza al lattosio segue il grande successo della sua prima pubblicazione Nichel. L’intolleranza? La cuciniamo!, edito nel 2013.

Siete tutti invitati alla presentazione che si terrà giovedi 13 novembre 2014 all’Hotel de la Ville di Monza alle ore 19.

 



May 6, 2014 Newsletter

Focus sulle intolleranze alimentari alla Milano Food Week, la manifestazione dedicata all’alimentazione e all’educazione al cibo. I nutrizionisti di Alcat Test Italia saranno protagonisti degli interventi previsti nell’ambito dei due open day, uno dedicato a celiaci e intolleranti al glutine e l’altro dedicato agli intolleranti al lattosio, che si terranno il 17 e il 18 maggio.

Sabato 17 maggio  2014 – open day Gluten Free

show-room Pratmar, in via Berra 5 a Milano

Giornata dedicata al tema della celiachia, dell’intolleranza al glutine e Gluten Sensitivity. Esperti e professionisti del settore medico, del settore alimentazione e della ristorazione delineeranno, nel corso di numerosi interventi, i vari aspetti dello stile di vita Gluten Free.

Per Alcat Test sarà presente:

Dalle ore 14,00 alle ore 14,45 – la Dott.ssa Jessica Barbieri, biologa nutrizionista presso l’Istituto di Medicina Biologica di Milano (IMBIO), parlerà di intolleranze e risponderà alle domande del pubblico.

Per l’Associazione “Il Mondo delle Intolleranze”:

Dalle ore 14,45 alle ore 15,00 – Tiziana Colombo, food blogger e Presidentessa dell’Associazione “Il Mondo delle Intolleranze”, racconterà la sua esperienza con Alcat Test nella diagnosi e cura delle intolleranze al nichel e al lattosio.

La giornata sarà aperta a tutti e ad ingresso libero.

Domenica 18 maggio 2014open day Lattosio

show-room Pratmar, in via Berra 5 a Milano

Dalle ore 10.00 alle ore 18.30, numerosi esperti interverranno per spiegare al pubblico quali sono i sintomi, come scoprire di essere intolleranti al lattosio e quali sono le possibili soluzioni per imparare a gestire al meglio questo disturbo.

Per Alcat Test saranno presenti:

Dalle ore 10.00 alle ore 11.00: il Dott. Sacha Sorrentino, biologo nutrizionista presso l’Istituto di Medicina Biologica di Milano (IMBIO), parlerà di intolleranze alimentari e della diagnosi e cura di questa problematica tramite Alcat Test.

Dalle ore 15.00 alle ore 16.00: il Prof. Giuseppe Di Fede, Direttore Sanitario dell’Istituto di Medicina Biologica di Milano (IMBIO) e dell’Istituto di Medicina Genetica Preventiva (IMGEP), esperto in nutrizione e docente al Master in Nutrizione dell’Università di Pavia, approfondirà l’intolleranza al lattosio e risponderà alle domande del pubblico.

La giornata sarà aperta a tutti e ad ingresso libero.



June 30, 2012 Newsletter

Le diverse forme di allergie che coinvolgono i bambini sono in continuo aumento. Eczema atopico, asma, riniti, congiuntiviti e dermatiti sono le più frequenti. I motivi scatenanti possono essere ricondotti a due cause principali:

  1. agenti atmosferici, pollini di alberi e graminacee;
  2. sensibilizzazione agli alimenti / additivi alimentari / conservanti

Una maggiore sensibilizzazione agli alimenti, e ai loro additivi, può essere dovuta alla continua introduzione di alimenti ricchi in conservanti, additivi, grassi idrogenati (oli vegetali diversi dall’olio di oliva), coloranti artificiali, dolcificanti sintetici, tutti potenziali fonti di rilascio di alte dosi d’istamina.

Il sistema immunitario si trova a dover fronteggiare nuove sostanze (con le quali non è mai stato a contatto), e deve quindi creare una sorta di adattamento immunologico, la cosiddetta tolleranza immunitaria. Tuttavia, occorre del tempo perché ciò avvenga.

Intanto, nuove forme di allergie e intolleranze fanno la loro comparsa, coinvolgendo ogni apparato sensibile: dalla pelle con le dermatiti, il naso e gli occhi con le riniti e congiuntiviti, fino a vere e proprie forme di asma bronchiale.

Come possiamo ridurre la sensibilità a sviluppare nuove forme di allergie (non mediate dagli anticorpi specifici chiamati IgE, ma che coinvolgono il sistema immunitario innato)?

Innanzitutto, bisogna tenere bene a mente che una sana alimentazione si costruisce durante l’infanzia. È importante rispettare lo svezzamento fisiologico, i tempi d’introduzione degli alimenti, consigliati dal Pediatra, e seguire – fin da bambini – un piano nutrizionale adeguato e il più vario possibile.

Tra le possibili sensibilità agli alimenti vi sono quelle verso le proteine del latte vaccino e l’intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte). Conoscere l’agente causale ci aiuta a ridurre i sintomi di rinite o dermatiti.

Altro problema, più diffuso di quanto si pensi, è la sensibilità al glutine, la cui individuazione permette di seguire un piano nutrizionale con esclusione e/o riduzione della quota di glutine assunta, che può prevenire lo sviluppo di varie patologie: mal di testa, nausea, irritazione intestinale, stanchezza, dolori muscolari e molti altri problemi.

Le intolleranze agli alimenti, o ai loro conservanti e additivi, possono inoltre essere la causa di infezioni ricorrenti della gola, orecchie, occhi, bronchi, e di alcune forme di orticaria.

Molto spesso, gli alimenti “scatenanti” sono ingeriti anche uno o due giorni prima della manifestazione allergica, proprio per questo può essere difficile individuarne la causa.

Un valido aiuto per la diagnosi delle intolleranze agli alimenti e ai conservati arriva dal test ALCAT. L’analisi si esegue tramite un prelievo di sangue, dal quale si analizzano i globuli bianchi coinvolti nel processo d’infiammazione e intolleranza.

Il test Alcat individua gli alimenti reattivi, e permette di pianificare un piano nutrizionale personalizzato grazie al quale si può ridurre il livello d’infiammazione generale (dovuta a un’intolleranza, non nota), e il livello d’istamina prodotta, con conseguente miglioramento dei sintomi allergici.

Il controllo delle allergie si ottiene quindi anche attraverso un’alimentazione corretta, e calibrata secondo le proprie caratteristiche ed esigenze.



December 30, 2011 Newsletter

La Nutrigenomica è una scienza preventiva per l’organismo umano, in grado di combinare la genetica con la nutrizione. Negli ultimi anni, la ricerca in questo campo, prima ancora della diagnosi clinica, si è spinta nel progetto e nell’elaborazione di test atti a identificare le mutazioni responsabili di alcune delle più comuni e gravi patologie: diabete, ipercolesterolemia, intolleranze alimentari e cancro.
È stata associata a questo tipo di studio una scrupolosa indagine sui benefici che alcune categorie alimentari apportano se introdotte preferenzialmente nella dieta. Alcune delle interazioni tra nutrizione e genetica possono determinare infatti la patogenesi di alcune malattie. I nostri geni sono i garanti del buon funzionamento di tutto l’organismo e lo sono anche del nostro adattamento all’ambiente (epigenetica).

Noi siamo il risultato dell’interazione fra i Geni e l’ambiente, inteso come tutto ciò che ci circonda (luogo, stile di vita…).

In alcuni individui l’attività di alcuni geni è alterata e di conseguenza le proteine prodotte possono essere modificate al punto da non svolgere il compito designato. La conseguenza è quella di avere dei “lavoratori” che svolgono il proprio compito in maniera impropria predisponendo lo sviluppo di alcune malattie.

Una corretta e mirata nutrizione unita alla diversità genotipica di ciascun individuo ha chiarito non solo le linee guida per la prevenzione di un vasto numero di patologie, ma ha anche permesso lo sviluppo di nuove terapie sperimentali, coadiuvanti la cura e il miglioramento di malattie complesse come quelle metaboliche, neurodegenerative, neoplastiche e da stress ossidativo.

Il test genetico Gene and Diet, è stato messo a punto per la ricerca delle seguenti predisposizioni: diabete tipo due, predisposizione all’intolleranza agli zuccheri e sindrome metabolica, obesità e sovrappeso, aterosclerosi, ridotta capacità disintossicante dell’organismo, artrosi, osteoporosi, predisposizione alle malattie infiammatorie, intolleranza al lattosio e alla celiachia, sensibilità allo zucchero, alcol, sale, metabolismo dei grassi.

L’alimentazione ha un ruolo ben più importante di quanto si possa immaginare. Individuare i geni alterati permette, grazie alla nutriterapia, di determinare metodi preventivi legati all’alimentazione e fornisce la possibilità di curarsi con gli alimenti. La refertazione evidenzierà, infatti, la serie di Polimorfismi Genetici presenti dell’individuo. Inoltre, per ogni assetto genomico indagato, evidenzierà particolari suscettibilità a tali malattie multifattoriali suggerendo controlli, stili di vita e di alimentazione in grado di modificare il rischio identificato.

Come ultima analisi, saranno indicati i possibili interventi attuabili tramite specifici prodotti, individuati in seguito all’analisi genetica, che suggerirà ciò di cui i nostri geni hanno realmente bisogno. Questa analisi Genetica Personalizzata, denominata brush test, si effettuata prelevando le cellule di sfaldamento della mucosa orale attraverso uno speciale spazzolino. È possibile eseguire il brush test a qualsiasi età, una sola volta nella vita.


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