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celiachia e sensibilità al glutine

Da diversi anni, e con parecchia insistenza negli ultimi tempi, si sente parlare sempre più spesso di celiachia, di alimenti senza glutine, di diete gluten-free e di intolleranze al glutine.
Il Ministero della Salute italiano ha rilevato che i casi diagnosticati di celiachia nel nostro paese sono 206.561 con un aumento medio di 10.000 diagnosi l’anno.

La scelta di diversi brand alimentari anche molto rinomati, di mettere in commercio prodotti senza glutine è una conferma che il tema è sempre più oggetto di discussione, ma come distinguere una vera intolleranza da una sensibilità al glutine?

In questo articolo cercheremo di spiegare meglio la differenza tra celiachia e sensibilità al glutine, condizione la cui esistenza è stata ufficializzata nel 2011 in una conferenza tra ricercatori e gastroenterologi di tutto il mondo.

Cos’è il glutine?

Il Glutine è un complesso alimentare costituito principalmente da proteine e lo troviamo soprattutto in alcuni cereali come frumento, grano, farro, orzo, segale, kamut e avena.
Tra gli alimenti senza glutine invece troviamo il riso, il mais, il grano saraceno, il miglio, l’amaranto, la quinoa, la manioca, il teff e il sorgo.

Qual’è la differenza tra celiachia e sensibilità al glutine?

La celiachia è un’intolleranza al glutine determinata geneticamente, che causa una distruzione della mucosa intestinale. In questo caso l’unica terapia possibile è l’esclusione completa dalla dieta dei cereali che contengono il glutine e loro derivati (pane, pasta, prodotti da forno ecc.)

L’intolleranza al glutine è una delle malattie genetiche a maggior rilevanza epidemiologica.
Oggi, grazie al test genetico è possibile diagnosticarla in modo semplice e non invasivo a qualsiasi età.

Al contrario la sensibilità al glutine non ha una componente genetica, ma è una condizione che presenta gli stessi sintomi della celiachia:

  • stipsi
  • dissenteria frequente
  • dermatite
  • afte orali ricorrenti
  • infezioni virali recidivanti (herpes, mononucleosi)
  • tendenza al diabete
  • disturbi neurologici
  • aborti ripetuti
  • difficoltà nel concepimento

Nel caso di sensibilità al glutine non è necessaria la completa esclusione del glutine dalla dieta. In questo caso i disturbi si possono ridurre notevolmente con una dieta a rotazione pensata su misura per noi da un esperto nutrizionista, che prevede la sospensione e il graduale reinserimento degli alimenti contenenti glutine.

In questo contesto diventa molto importante anche il test di presenza o di attivazione di virus come gli herpes o quelli responsabili mononucleosi, effettuato attraverso un prelievo di sangue venoso.
La loro presenza, infatti, è collegata al manifestarsi della celiachia e della sensibilità al glutine.

Come faccio a capire se soffro di celiachia o se si tratta di sensibilità al glutine?

Se pensi di soffrire di celiachia o sensibilità al glutine, è possibile verificare con un semplice test genetico non invasivo la predisposizione genetica alla celiachia e intervenire in modo mirato con un percorso nutrizionale adeguato alle proprie esigenze.

Scopri i nostri test genetici a domicilio oppure prenota una consulenza con il nostro specialista

Riferimenti: Celiachia, gluten sensitivity, sensibilità al glutine
Redattore: Dott. Gabriele Coppo


January 21, 2020 EventiUncategorized

Non solo intolleranze alimentari

Siamo lieti di invitarvi all’ open day intolleranze Giovedì 30 gennaio presso l’istituto Frontis di Roma

Alcuni dei temi dell’Open Day saranno i sintomi correlati alle intolleranze, come scoprire se siamo intolleranti e come affrontare questi disturbi.

Per l’occasione, a tutti i partecipanti verrano offerte:

  • una consulenza specialistica gratuita
  • una promozione esclusiva su tutti i test di intolleranze

Vi aspettiamo giovedì 30 gennaio, presso l’istituto di medicina del Benessere Frontis in via dei Prati Fiscali, 215 – Roma

Per informazioni e registrazioni:
Tel. 06-88640.002



January 14, 2015 Newsletter

L’avena è uno dei cereali meno presenti nella nostra alimentazione di tipo mediterraneo ed è spesso sottovalutata rispetto al grano, riso ed orzo. Recentemente sta invece richiamando l’interesse della comunità scientifica e dei nutrizionisti,grazie ad una composizione in nutrienti non indifferente.

La sua composizione chimica porta numerosi effetti positivi sulla salute dell’uomo in particolare gioca un ruolo importante nella riduzione del rischio di incidenza di buona parte delle patologie degenerative.

Anche dal punto di vista agronomico tale cereale presenta interessanti caratteristiche, crescendo in regioni dalle temperature moderate, tollera terreni umidi e acidi a differenza di altri cereali.

La sua peculiare composizione in frazioni proteiche la rendono idonea a tutti coloro che sono soggetti ad avverse reazioni al glutine. Infatti spesso i nutrizionisti che si occupano di reazioni agli alimenti o intolleranze alimentari, la includono nel piano nutrizionale del paziente. Grazie alla cospicua presenza di antiossidanti, minerali, vitamine e agli avenantramidi composti fenolici azotati, l’avena si colloca su un piano privilegiato rispetto ad altri cereali utilizzati comunemente.

Recenti studi hanno posizionato l’avena sul podio quale cereale cardine per celiaci e sensibili al glutine. In Europa e in Italia lo scetticismo ancora persiste impedendone un più ampio consumo.

Un articolo recentemente pubblicato sul British Journal of Nutrition

(Br J Nutr. 2014 Oct;112 Suppl 2:S50-7. doi: 10.1017/S0007114514002736).

Oat agriculture, cultivation and breeding targets: implications for human nutrition and health (Stewart D., McDougall G.).

ha evidenziato come questa sia in grado di aumentare il senso di sazietà, la qualità della digestione, la salute cardiovascolare, migliorare il metabolismo e ridurre il rischio di sviluppare la sindrome metabolica e il diabete tipo 2.

Inoltre l’avena come la maggior parte dei cereali integrali e alcuni dei loro prodotti derivati contengono β-glucano, un polisaccaride complesso, in grado di ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.  Per ottenere questi benefici effetti, è necessario un consumo regolare e in quantità superiore a 3 g / die.

Il consumo regolare di avena – ad esempio a colazione in fiocchi – ricopre il ruolo di efficace antinfiammatorio e pare inibisca la proliferazione delle cellule tumorali.

Grandi passi sono stati fatti negli ultimi anni in ambito nutrizionale. Sapere a quali cibi si è potenzialmente intolleranti e conoscere la personale predisposizione alla sensibilità al glutine e ai cereali correlati con il frumento, ci permette di anticipare eventuali fenomeni infiammatori intestinali legati all’intolleranza a tali principi nutritivi. Quindi è possibile sottoporsi al test per la Gluten Sensitivity, attraverso un prelievo di sangue venoso, dove un algoritmo elaborato dal medico specialista permette di stabilire il grado di intolleranza al glutine e ai suoi derivati.

L’avena è dunque un cereale estremamente ricco il cui consumo è da consigliarsi praticamente a tutti, in particolare ai vegani, che necessitano di un adeguato apporto di proteine ed aminoacidi essenziali. Gli unici ai quali è consigliato di prestare particolare attenzione al consumo di avena, sono quei soggetti in cui è presente l’allergia al nichel.

 



November 3, 2014 Newsletter

L’intolleranza al glutine recentemente è diventata oggetto di studio da parte della comunità scientifica internazionale. I numeri dei soggetti che si scoprono celiaci è in continua aumento, si stima che 1 persona su 100 sia celiaca. Ma come mai questo fenomeno è in continuo aumento? Per rispondere a questa domanda, bisogna fare un passo indietro.

Prima di tutto dobbiamo fare un distingua tra celiachia e intolleranza al glutine.

La celiachia è un’intolleranza al glutine e a tutti i derivati dalle farine, geneticamente determinata con produzione di anticorpi che aggrediscono il glutine, causando una distruzione della mucosa dell’intestino tenue. L’unica terapia possibile è la privazione dalla dieta del grano e dei derivati dal frumento (pane, pasta, prodotti da forno, solo per citarne alcuni).

L’intolleranza al glutine è stata recentemente sdoganata grazie ad una consensus conference di Londra nel marzo del 2011. Ricercatori, gastroenterologi di tutto il mondo si sono riuniti e hanno tracciato le linee guida per la ricerca e la diagnosi di reazioni avverse, legate al glutine, di tipo non celiaco.

A questo punto dobbiamo chiederci: ma quali sono i sintomi? Possiamo fare una diagnosi precoce?

Spesso i sintomi tra celiachia (CD) sensibilità al glutine (GS) sono sovrapponibili; i più comuni sono:alterazione dell’alvo, stipsi o scariche di dissenteria, dermatite ruvida e secca, afte orali ricorrenti, infezioni virali recidivanti (herpes, mononucleosi) tendenza al diabete, oppure il diabete di tipo uno precede la celiachia, disturbi neurologici (epilessia, ipercinesi, fino al decadimento cognitivo), aborti ripetuti e difficoltà nel concepimento. Anche chi pratica sport, noterà una difficoltà ad aumentare la massa muscolare, anzi più si allena e meno risultati otterrà sulla performance.

Come si può notare i sintomi sono tanti e non di univoca interpretazione, il medico clinico dovrà mettere a disposizione la propria abilità nel ricercare ed evidenziare la sintomatologia per poter procedere alla diagnosi corretta.

Quali esami sono disponibili per al diagnosi di celiachia e sensibilità al glutine?

Per la celiachia, la positività di anticorpi anti transglutaminasi è determinante, accompagnata da positività degli anticorpi anti gliadina, anti endomisio, e per finire la gastroduodenoscopia, con l’evidenza della lesione della mucosa, con appiattimento dei villi. La sensibilità al glutine ha soltanto una positività degli anticorpi anti gliadina, e la positività al test ALCAT che mostra una reazione di intolleranza al glutine di grado medio – alto, dove la sospensione del glutine e l’applicazione di una dieta a rotazione, porta ad un miglioramento dei sintomi clinici.

In pratica il test ALCAT per la ricerca di intolleranze alimentari e la positività di una quota di anticorpi sono determinanti per fare diagnosi di sensibilità al glutine.

Il test genetico per la ricerca di una possibile predisposizione alla celiachia è un test che possiamo includere nel percorso diagnostico, poiché ci aiuta a confermare o smentire eventuali predisposizioni allo sviluppo di celiachia o sensibilità al glutine. Il test genetico non è invasivo e può essere fatto a tutte le età.



May 6, 2014 Newsletter

Focus sulle intolleranze alimentari alla Milano Food Week, la manifestazione dedicata all’alimentazione e all’educazione al cibo. I nutrizionisti di Alcat Test Italia saranno protagonisti degli interventi previsti nell’ambito dei due open day, uno dedicato a celiaci e intolleranti al glutine e l’altro dedicato agli intolleranti al lattosio, che si terranno il 17 e il 18 maggio.

Sabato 17 maggio  2014 – open day Gluten Free

show-room Pratmar, in via Berra 5 a Milano

Giornata dedicata al tema della celiachia, dell’intolleranza al glutine e Gluten Sensitivity. Esperti e professionisti del settore medico, del settore alimentazione e della ristorazione delineeranno, nel corso di numerosi interventi, i vari aspetti dello stile di vita Gluten Free.

Per Alcat Test sarà presente:

Dalle ore 14,00 alle ore 14,45 – la Dott.ssa Jessica Barbieri, biologa nutrizionista presso l’Istituto di Medicina Biologica di Milano (IMBIO), parlerà di intolleranze e risponderà alle domande del pubblico.

Per l’Associazione “Il Mondo delle Intolleranze”:

Dalle ore 14,45 alle ore 15,00 – Tiziana Colombo, food blogger e Presidentessa dell’Associazione “Il Mondo delle Intolleranze”, racconterà la sua esperienza con Alcat Test nella diagnosi e cura delle intolleranze al nichel e al lattosio.

La giornata sarà aperta a tutti e ad ingresso libero.

Domenica 18 maggio 2014open day Lattosio

show-room Pratmar, in via Berra 5 a Milano

Dalle ore 10.00 alle ore 18.30, numerosi esperti interverranno per spiegare al pubblico quali sono i sintomi, come scoprire di essere intolleranti al lattosio e quali sono le possibili soluzioni per imparare a gestire al meglio questo disturbo.

Per Alcat Test saranno presenti:

Dalle ore 10.00 alle ore 11.00: il Dott. Sacha Sorrentino, biologo nutrizionista presso l’Istituto di Medicina Biologica di Milano (IMBIO), parlerà di intolleranze alimentari e della diagnosi e cura di questa problematica tramite Alcat Test.

Dalle ore 15.00 alle ore 16.00: il Prof. Giuseppe Di Fede, Direttore Sanitario dell’Istituto di Medicina Biologica di Milano (IMBIO) e dell’Istituto di Medicina Genetica Preventiva (IMGEP), esperto in nutrizione e docente al Master in Nutrizione dell’Università di Pavia, approfondirà l’intolleranza al lattosio e risponderà alle domande del pubblico.

La giornata sarà aperta a tutti e ad ingresso libero.



November 28, 2013 Newsletter

Il glutine è tra gli alimenti più diffusi nella nostra alimentazione, è presente in tutte le farine comunemente disponibili nei supermarket, nella ristorazione, nelle mense scolastiche e lavorative. Insieme all’olio d’oliva, la frutta, la verdura e il pesce rappresenta l’alimento che caratterizza la dieta di tipo mediterraneo. I cereali accompagnano l’alimentazione da diversi anni, ma la composizione del glutine è cambiata negli ultimi decenni.

Tra gli alimenti contenenti glutine abbiamo: orzo, crusca, couscous, farina, pasta, segale, semola, spelta, triticale (ibrido semola e grano tenero), frumento, germe di grano, farina di frumento, crusca di grano, semola di grano.

Negli ultimi anni, si è manifestata – dapprima in maniera subdola fino ad arrivare a interessare una buona parte della popolazione Italiana – una nuova sintomatologia clinica che colpisce l’intestino.

Dopo anni di ricerche e controlli clinici, i ricercatori del Maryland, hanno individuato le possibili cause alla base della sensibilità al glutine, chiamata Gluten Sensitivity.

Ebbene, possiamo distinguere diverse forme di sensibilità al glutine:

Celiachia, dove la componente genetica relativa alla presenza di mutazioni del polimorfismo del DQ2 e DQ8, insieme alla componente autoimmune, determina un’aggressione da parte degli anticorpi anti-gliadina, anti-transglutaminasi e a volte anche gli anti-endomisio, della mucosa intestinale, con sintomi che possono interessare qualsiasi parte dell’organismo. Circa l’1% della popolazione ne è affetta.

  1. Allergia al Glutine, dove la componente allergica è data da una classe ben precisa di anticorpi chiamati IgE, che si attivano contro la proteina del grano. I sintomi sono riconducibili a reazioni allergiche dermatologiche o delle mucose. I test per scoprire un’eventuale allergia al grano e quindi al glutine, si effettuano con i RAST degli alimenti. Presente nel 2-3% della popolazione.
  2. Gluten sensitivity o sensibilità al glutine, di recente scoperta, è stata riconosciuta come nuova patologia nella Consensus Conference di Gastroenterologia, tenutasi a Londra, nel marzo del 2011. La Sensibilità al glutine si presenta come una condizione mista delle due situazioni sopra descritte. La percentuale della popolazione sensibile al glutine si stima sia intorno al 6%, ma i dati clinici a disposizione dovranno essere confermati dai dati di laboratorio attraverso i nuovi esami a disposizione del medico clinico.

Quali possono essere i sintomi legati alla sensibilità al glutine?

I disturbi addominali la fanno da padrone, possono manifestarsi con dolore di tipo colico, gonfiore, stipsi o diarrea, flatulenza; afte e stomatite, disturbi extra addominali che coinvolgono le articolazioni, i muscoli e i legamenti, dolori ossei, fino alla possibile artrite e artrosi. I disturbi possono riguardare anche la pelle, sono possibili manifestazioni simili a orticaria, dermatite secca e pruriginosa e infine un eczema di difficile controllo. La stanchezza cronica e difficoltà di concentrazione e attenzione, facile esauribilità della forza muscolare, anemia da carenza di ferro, abbassamento delle difese immunitarie con esposizioni a virus anche aggressivi come la mononucleosi e le infezioni erpetiche recidivanti. Ma la caratteristica principale della sensibilità al glutine è la persistente lieve infiammazione della mucosa intestinale che nel tempo è in grado di coinvolgere altri distretti del corpo.

Per maggiore chiarezza precisiamo che la malattia celiaca è un’allergia al glutine che coinvolge sistema immunitario con produzione di IgE specifiche, mentre nella Sensibilità al glutine è coinvolto il sistema immunitario innato, rappresentato dai granulociti neutrofili o polimorfo nucleati e linfociti tipo B. La reazione di difesa quindi è data dai granulociti neutrofili, e si tratta pertanto di una reazione di tipo citotossica e non immunologica.

Finora, la diagnosi della sensibilità al glutine si effettuava escludendo le altre due possibilità patologiche, la celiachia e l’allergia. Oggi, grazie all’analisi computerizzata di tipo citotossica standardizzata di ALCAT test, che permette di individuare l’alimento che genera reazione citotossica, è possibile rilevare il livello di sensibilità alla famiglia degli alimenti del glutine, e quindi ottenere un valore diagnostico davvero significativo di patologia di sensibilità al glutine di tipo non celiaco. Il referto ALCAT Test indica i livelli possibili di reattività agli alimenti della famiglia del glutine, che possono variare da un minimo di reattività, reattività media, fino a un massimo rappresentati rispettivamente da 1+, 2+ e 3+.

Cosa fare una volta evidenziata la sensibilità al glutine? Bisogna prima di tutto affidarsi a un nutrizionista che si occupi d’intolleranze alimentari, seguire uno schema nutrizionale personalizzato, che preveda la rotazione degli alimenti, ossia introducendo gradualmente, dopo un periodo di astensione dal glutine, gli alimenti intollerati. Questo tipo di gestione permette il recupero della tolleranza al glutine attraverso un regime alimentare il più vario e bilanciato possibile che include momenti di libertà dalla dieta e favorisce il recupero dello stile di vita comune.

Una diagnosi tempestiva consente di recuperare più velocemente una situazione che se protratta nel tempo si cronicizza, favorendo l’insorgere di disturbi che oltre l’intestino possono interessare altre parti del corpo.

 



July 30, 2011 Newsletter

Recentemente, un team di esperti gastroenterologia riunitisi nella “First International Consensus Conference on Gluten Sensitivity“, tenutasi a Londra l’11 e 12 febbraio 2011, ha stabilito l’esistenza della sensibilità al glutine, l’intolleranza alle proteine presenti nel glutine, in assenza di malattia celiaca.

L’esistenza di una condizione d’intolleranza al glutine è stata sospettata da diverso tempo. I medici che collaborano con l’Istituto di Medicina Biologica di Milano – IMBIO, conoscono questa entità clinica, che fino ad ora non aveva ricevuto una vera e propria collocazione clinica.

Nella pratica clinica, da più di dieci anni, abbiamo osservato casi di reazione al glutine in cui non sono coinvolti né meccanismi auto immuni come nella celiachia né di tipo allergico, mediato dalle IgE. Abbiamo notato che, dopo una dieta priva o a ridotto contenuto di glutine, i pazienti riscontravano un miglioramento di tutti i sintomi e i disturbi. Di recente, quindi, la nuova correlazione tra glutine e disturbi a essi correlati è definita “Gluten Sensitivity” (GS). L’interesse verso questa condizione è in continuo aumento come testimoniato dalla “First International consensus conference on gluten sensitività” tenutasi a Londra nel febbraio del 2011.

Gli studi condotti finora, hanno evidenziato come nella GS non esistano dei parametri immunologici e biochimici ben precisi, ma si tratti di una condizione alla quale si arriva per esclusione. In pratica, una volta esclusa la malattia celiaca attraverso le indagini biochimiche, gastroscopia con biopsia, si arriva a definire la GS, dove sembra sia coinvolto principalmente un meccanismo immunitario innato. Il sistema immunitario innato è rappresentato da cellule sentinella, i Granulociti Neutrofili (GN), particolarmente attivi verso alcune sostanze di origine alimentare.

Uno dei metodi che utilizziamo da diversi anni per scoprire eventuali intolleranze agli alimenti è il test ALCAT, un test citotossico computerizzato, che si effettua su sangue venoso.

Chi soffre di sensibilità al glutine presenta i seguenti sintomi: disturbi d’intestino irritabile (diarrea, dolore addominale, gonfiore, stipsi) cui si associa a volte stanchezza cronica, cefalea, eczema, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, formicolii agli arti, depressione, alterazioni dell’umore, ipereccitabilità e ipercinesi (presente specialmente nei bambini), anemia ferropriva. Tali condizioni cliniche migliorano e regrediscono seguendo una dieta a rotazione priva di glutine o a ridotto introito di prodotti contenenti glutine.
Considerando che la sintomatologia della sensibilità al glutine è sovrapponibile alla celiachia, il paziente dovrà sottoporsi ai test specifici per escludere tale patologia.

Uno degli esami richiesti per la ricerca della “Gluten Sensitivity” è l’esame genetico. La GS presenta una positività per HLA-DQ2 e/o DQ8 in più nel 50% dei casi, nella celiachia la percentuale arriva al 99% dei celiaci, e nel 30% della popolazione normale.

Il trattamento terapeutico per chi è sensibile al glutine dipende dal momento in cui si esegue la diagnosi e dall’età del paziente. Oltre alla dieta, si pone molta importanza allo studio e al ripristino della funzionalità intestinale e dell’integrità delle pareti (mucosa) intestinali, primo approccio operativo volto al miglioramento dei sintomi clinici.

Un ciclo di sedute settimanali di pulizia intestinale (Idrocolonterapia) sotto la supervisione del medico, abbinato a un trattamento mirato a base di probiotici e prebiotici, prescritto in seguito al disbiosi test, esame che rivela le condizioni di eubiosi o disbiosi batterica, costituisce senz’altro un valido aiuto per la ripresa di uno stato di funzionalità intestinale ottimale.



October 5, 2009 RASSEGNA STAMPA

Con il termine “intolleranze alimentari” si intendono reazioni avverse determinate dalla ingestione di alcuni principi alimentari che provocano una serie di disturbi spesso subdoli e di difficile inquadramento.I quadri clinici riferibili ad intolleranza sono generalmente in aumento; tale fenomeno riveste poi particolare importanza nell’età pediatrica perché può avere importanti ripercussioni sull’accrescimento del bambino.

L’intolleranza al lattosio consiste in una completa o parziale riduzione della capacità di assorbimento del lattosio da parte dell’intestino tenue per carenza dell’enzima lattasi. La produzione di tale enzima varia a seconda dell’età: è massima nei primi 2-3 anni di vita per ridursi progressivamente nell’età adulta.

La riduzione dell’attività dell’enzima che digerisce il latte si riduce progressivamente durante lo sviluppo. In alcuni casi è completa già dai primi mesi di vita ed è determinata geneticamente.
Anche in caso di patologie gastrointestinali come coliti e gastriti si può riscontrare una sua diminuzione.

In genere anche in caso di carenza di lattasi piccole quantità di lattosio vengono ben tollerate con la dieta, ma al di sopra di una certa soglia (pochi grammi al giorno) possono comparire sintomi intestinali quali diarrea, dolori addominali, meteorismo oltre alla tendenza a ridurre il consumo di latte e derivati e quindi anche di calcio con tutte le possibili conseguenze.

Un’altra intolleranza frequente, chiamata celiachia (o morbo celiaco) è nei confronti del glutine; l’incidenza di questa condizione è stimata intorno a 1/150 persone. La patologia dipende da una intolleranza permanente alla gliadina, proteina contenuta nei cereali, su base genetica. L’introduzione del glutine determina gravi danni alla mucosa intestinale con sintomi determinati dal
malassorbimento: diarrea, dolori addominali, stanchezza e, nei bambini, arresto della crescita. Non esiste una cura specifica se non una dieta rigorosamente priva di glutine. Nell’età pediatrica la più frequente è la forma classica che insorge durante lo svezzamento, tuttavia ci sono numerose forme potenziali o silenti determinate da un corredo genetico che predispone alla intolleranza al glutine che possono manifestarsi in qualunque periodo dell’accrescimento o nell’età adulta.

Le due forme di intolleranza al lattosio e al glutine possono anche coesistere originando quadri clinici complessi che, seppure così comuni, spesso non vengono prese in considerazione nell’iter diagnostico. Inoltre esistono anche alcuni esami specifici che possono dare risultati non univoci o addirittura contraddittori, per cui il paziente presenta disturbi insistenti senza una diagnosi certa.

Presso l’Istituto di Medicina Biologica abbiamo approntato l’utilizzo di test genetici che possono dare risposte significative in molte situazioni. In particolare, sono in grado di definire la presenza o una predisposizione alle intolleranze al lattosio e glutine studiando la composizione genetica. Ciò permette di definire un comportamento alimentare e uno stile di vita adeguato e personalizzato nell’ottica di una medicina curativa ed anche preventiva.
Il test è di facile esecuzione e non invasivo: con un apposito spazzolino, si preleva dalla mucosa del cavo orale il materiale necessario all’indagine genetica; può essere eseguito in prima istanza o, meglio, rappresentare un approfondimento diagnostico nell’ambito delle intolleranze alimentari, soprattutto nei casi contrassegnati da sintomatologia persistente con quadro diagnostico non chiaro.

 

del dr. Marco Mancuso



May 30, 2009 Newsletter

I disturbi riferibili a patologie dell’apparato gastrointestinale sono numerosi e affliggono migliaia di persone; spesso sono trascurati dai pazienti che immaginano possano essere solo disturbi passeggeri o legati a particolari situazioni; è anche vero che però nonostante vari accertamenti non si arrivi ad una diagnosi precisa per cui la situazione rimane incerta o rientra nel quadro più generico di sindrome del colon irritabile.

In tale situazione spesso non viene presa in considerazione che il quadro clinico sia provocato dalla celiachia; infatti a parte la forma classica che in genere si manifesta nei primi anni di vita, esistono altre forme che si possono manifestare nell’età adulta; esse hanno in genere sintomi analoghi a quelli della forma classica e sono sovente contrassegnati da esami clinici e strumentali contraddittori o addirittura negativi. A supporto di tale dato alcuni studi recenti effettuati da ricercatori nordamericani hanno evidenziato i pazienti affetti da colon irritabile hanno una probabilità nettamente più alta di essere affetti da celiachia.

È evidente che in tali situazioni conoscere la predisposizione a tale patologia può aiutare notevolmente il paziente e il medico ad intraprendere un iter terapeutico mirato e corretto e ad un regime dietetico adeguato.

Questi quadri di celiachia potenziali o silenti sono contrassegnati da caratteristiche sieriche, immunologiche e genetiche tipiche della celiachia. In questo senso presso l’Istituto di Medicina Biologica sono disponibili test genetici in grado di identificare i portatori di tali caratteristiche.

Il test è di facile esecuzione, semplice e costi contenuti e consente un inquadramento diagnostico importante perché permette di distinguere una intolleranza al glutine geneticamente determinata o una intolleranza acquisita per cattive abitudini alimentari.

In questo contesto la possibilità di identificare le situazioni a rischio permette da una parte di impostare un trattamento adeguato e dall’altra di prevenire un ulteriore peggioramento dei sintomi e della qualità della vita.



December 30, 2008 Newsletter

Con il termine di intolleranze alimentari si intendono reazioni avverse determinate dalla ingestione di alcuni principi alimentari che provocano una serie di disturbi spesso subdoli e di difficile inquadramento.I quadri clinici riferibili ad intolleranza sono generalmente in aumento; tale fenomeno riveste poi particolare importanza nella età pediatrica perché può avere importanti ripercussioni sull’accrescimento del bambino.

L’intolleranza al lattosio consiste in una completa o parziale riduzione della capacità di assorbimento del lattosio da parte dell’intestino tenue per carenza dell’enzima lattasi. La produzione di tale enzima varia a seconda dell’età; è massima nei primi 2-3 anni di vita per poi ridursi progressivamente nell’età adulta.

La riduzione della attività dell’enzima che digerisce il latte,si riduce progressivamente durante lo sviluppo, in alcuni casi la riduzione dell’attività dell’enzima è completa già dai primi mesi di vita, ed è determinata geneticamente.

Anche in caso di patologie gastrointestinali come coliti e gastriti si può riscontrare una sua diminuzione. In genere anche in caso di carenza di lattasi piccole quantità di lattosio con la dieta vengono ben tollerate ma al di sopra di una certa soglia (pochi grammi al giorno) possono comparire sintomi intestinali quali diarrea, dolori addominali, meteorismo oltre alla tendenza a ridurre il consumo di latte e derivati e quindi anche di calcio con tutte le possibili conseguenze.

Un’altra intolleranza frequente è nei confronti del glutine, chiamata celiachia o morbo celiaco); l’incidenza di questa condizione è stimata intorno a 1/150 persone. La patologia dipende da una intolleranza permanente alla gliadina, proteina contenuta nei cereali, su base genetica: l’introduzione del glutine determina gravi danni alla mucosa intestinale con sintomi determinati dal malassorbimento: diarrea, dolori addominali, stanchezza e, nei bambini, arresto della crescita.

Non esiste una cura specifica se non una dieta rigorosamente priva di glutine.

Nella età pediatrica la più frequente è la forma classica che insorge durante lo svezzamento; tuttavia ci sono numerose forme potenziali o silenti determinate da un corredo genetico che predispone alla intolleranza al glutine che possono manifestarsi in qualunque periodo dell’accrescimento o nell’età adulta.

Le due forme di intolleranza al lattosio e al glutine possono anche coesistere originando quadri clinici complessi; anche se così comuni, spesso non vengono prese in considerazione nell’iter diagnostico.
Inoltre anche alcuni esami specifici possono dare risultati non univoci o addirittura contraddittori per cui il paziente presenta disturbi insistenti senza una diagnosi certa.

Presso l’Istituto di Medicina Biologica abbiamo approntato l’utilizzo di test genetici che possono dare risposte significative in molte situazioni; in particolare sono in grado di definire la presenza o una predisposizione alle intolleranze al lattosio e glutine studiando la composizione genetica.
Ciò permette di definire un comportamento alimentare e uno stile di vita adeguato e personalizzato nell’ottica di una medicina curativa ed anche preventiva.

Il test è di facile esecuzione e non invasivo: con un apposito spazzolino, si preleva dalla mucosa del cavo orale il materiale necessario alla indagine genetica; può essere eseguito in prima istanza o meglio rappresentare un approfondimento diagnostico nell’ambito delle intolleranze alimentari soprattutto nei casi contrassegnati da sintomatologia persistente con quadro diagnostico non chiaro.


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